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Ho incontrato la pazza della porta accanto Anna Dello Margio

Maddalena, è la “pazza della porta accanto”, è la vicina, la compagna di viaggio che ci siamo scelti, per raccontare la storia degli ospedali psichiatrici della Campania felix, attraverso le mura della città. Maddalena l’ho conosciuta, stava nella sua celletta buia in agonia. Oramai da un ventennio versa in condizioni di degrado e devastazione, nelle sua stanze, della follia umana. Pazza, non ci sembra più tanto pazza: ascolta musica e poesia. Arroventa la penna nel fuoco per scrivere i suoi versi più belli, e di notte dipinge. Sembra quasi un quadro dell’arte dell’impossibile. La stanza, il silenzio di chi vorrebbe gridare: “quale sarà il mio destino? E’segnato dalle parole scritte sui muri?” Uomini e cittadini dalla voglia di ricominciare, hanno deciso di riaprire i cancelli; di solito è sempre l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta. Si sono catapultati nella sensibile storia con scatti fotografici puntati sulle mura della città. Hanno indossato quelle pareti impregnate di memoria ed hanno scritto sui muri, hanno ascoltato la storia, le storie di chi vuole ascoltare la bellezza della vita. Pietre su cui scheggiare anche l’ultimo desiderio. Adesso sono le mura a dover parlare del grande sogno di libertà. 


 La storia comincia così…. 

Resto qui a pensare…. Il riscatto, ne vale la nostra identità. 
Vorrei consegnarti un foglio bianco…per poter scrivere il sogno di libertà.
Ogni foto è un ricordo, una scalata, solo un miliardo di pixel, che girano come di stelle verso una nuova realtà. 
L’incubo della prigionia ad un sogno: un desiderio comune è questo “La Maddalena che vorrei” 
Come è vero che un pianto ci fa nascere più forte di tutte. 
Adesso:vinco o muoio. 
Dal vetro di un padiglione vedo il volo di una farfalla è pronta per spiccare il volo assaporo fino in fondo l’esistenza di vedere oltre. 
Ho un amico si chiama Antonio, lui viene dal futuro e può leggerti nel pensiero, da lui ho imparato a sognare…da allora non smetto. 
Guardo, le mie mani …le mie impronte. 
Spezzo le catene della lunga prigionia. 
Respiro a pieni polmoni,è così che si inizia a vivere. È il mio presente, non lo tradirò mai. 
Continuo a salire, la mia rosa, non c’è miglior modo per onorare la vita, perchè nulla ci fa più coraggiosi quando siamo noi stessi a deciderlo.

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