Archivio articoli

Seguici su:

Scarica l’Eco in PDF!

Vai alla pagina dei downloads

Editoria & CD

Scopri il CD di Domenico Cimarosa e i nostri libri

Enciclopedia di Aversa

L'Enciclopedia di Enzo Di Grazia

Guida turistica breve di Aversa

Guida turistica breve di Aversa

Progetto “Aversa Diversa: 1° Cultura, 2° Turismo”

Progetto Aversa Diversa
 

Cultura | Storia
Franceschini contro la biblioteca nazionale di Napoli Salvatore de Chiara

Il ministro della cultura Dario Franceschini ha annunciato in pompa magna un accordo con il comune di Napoli con l’obiettivo di attuare in tempi brevi il trasferimento della Biblioteca Nazionale da Palazzo Reale ad un’ala dell’ex Albergo dei Poveri in piazza Carlo III.

Il timore è che non si tratti di un progetto realmente pensato per migliorare la fruizione delle collezioni librarie della più importante istituzione culturale napoletana, che vanno dai papiri ercolanesi ai testi autografi di San Tommaso d’Aquino e Ludovico Ariosto, oltre all’intero corpus autografo delle opere di Giacomo Leopardi e fino alla biblioteca della duchessa Elena d’Aosta, ma di una iniziativa imbevuta di  megalomania e orientata a realizzare uno spot per il turismo mordi e fuggi, con la scusa della cultura. Il progetto di Franceschini prevede di spostare la biblioteca a palazzo Fuga, in una zona decentrata e degradata, priva di collegamenti efficienti, all’eterno dell’enorme contenitore dell’ex Albergo dei Poveri, struttura che necessita di importanti lavori di adeguamento e che, attualmente, è in parte occupata abusivamente da una ottantina di nuclei familiari, oltre ad avere i propri cortili interni invasi da parcheggi abusivi e sversamenti di rifiuti. Mentre dal ministero fanno sapere che il trasferimento sarebbe finalizzato ad ampliare gli spazi museali a disposizione di Palazzo Reale, i lavoratori e fruitori della bibli0teca intitolata a Vittorio Emanuele III, il sovrano che ne dispose la collocazione a Palazzo Reale all’esito di un lungo dibattito nel quale anche Benedetto Croce ebbe un ruolo importante, paventano il rischio che l’obiettivo reale sia quello di liberare spazi da destinare ad eventi e manifestazioni che con la cultura hanno ben poco a che vedere.

L’orientamento degli ultimi tempi è quello di considerare i luoghi della cultura come siti remunerativi pret-a-porter, nei quali organizzare eventi o mostre di grande richiamo per i flussi di turisti avendo come unico obbiettivo quello di staccare un buon numero di biglietti, oppure, nei casi peggiori, adoperare le sale storiche di palazzi e musei come “location”, a pagamento, per matrimoni e manifestazioni private dal gusto finto esclusivo e real trash. Non si vede all’orizzonte nessun serio programma di investimento nella valorizzazione degli istituti culturali, come biblioteche ed archivi, che svolgono funzioni di conservazione e ricerca e che sono il vero motore del patrimonio storico, artistico e culturale del paese, ma che sono lasciate a languire con una cronica assenza di personale e di risorse.

Si sono mobilitati in queste settimane i dipendenti della biblioteca nazionale, moltissimi utenti, tanti giovani e le più disparate personalità del mondo della cultura della città di Napoli per scongiurare quello che sarebbe uno sfregio senza precedenti alla cultura partenopea. Un comitato informale ha anche protestato durante la recente visita di Franceschini a Napoli.

Vibranti e molto precise le loro critiche alle ipotesi di trasferimento che sintetizzano le ragioni della loro contrarietà: “I circa 2 milioni di volumi, tra cui circa 5.000 incunaboli, 40.000 cincquecentine, 30 mila manoscritti – fanno sapere – che hanno reso la Biblioteca Nazionale di Napoli famosa in tutto il mondo, sarebbero messi seriamente a rischio da un trasloco di massa come quello che si vuole attuare. L’estrema fragilità dei materiali di queste opere ne condiziona spesso perfino la consultazione. La Biblioteca è dotata anche di un importante patrimonio di mobili, suppellettili, scaffali lignei antichi che sono parte integrante delle collezioni che custodiscono, alti fino a 6 metri e perfettamente adattati agli spazi che attualmente occupano e che andrebbero modificati per soddisfare le future esigenze, oltre alla incredibile collezione di animali tassidermizzati della Sala Africa del Fondo Aosta, con pietre preziose, trofei di caccia, armi e oggetti dell’artigianato indigeno: un ricchissimo patrimonio che fa il paio con quello librario e che le più elementari regole di tutela e conservazione vietano di toccare. Trasferire questa incredibile mole di materiale antico e moderno, oltre a metterne a rischio la conservazione e l’organizzazione, ne impedirebbe anche la fruizione per diversi anni, il tempo necessario per “inscatolare” tutto, trasportare, aprire e risistemare, al netto di rallentamenti e ritardi. Si interromperebbero inoltre per un tempo indefinito i rapporti di collaborazione e ricerca che la Biblioteca tiene e terrà in piedi nei prossimi anni. Nel 2019 sono stati stanziati oltre 300.000 euro per ristrutturare e climatizzare la sala studio dell’Officina dei Papiri; nello stesso anno sono stati avviati i lavori per la realizzazione della nuova centrale operativa di controllo e del nuovo punto accoglienza, con aggiunta di tornelli basati su tessera magnetica, con spesa complessiva di 630.000 euro, questi lavori sono ancora in corso.  L’attuale storica sede della Biblioteca la colloca al centro di un “quadrilatero della cultura”. Sono a pochi passi diverse sedi universitarie (Federico II, l’Orientale, la Parthenope), l’Istituto italiano per gli Studi Filosofici, l’Istituto italiano per gli Studi Storici, la Biblioteca della Società di Storia Patria, oltre a note mete museali come Castel Nuovo (Maschio Angioino), il Teatro San Carlo e il Museo di Palazzo Reale. Una concentrazione che ha consentito negli anni un dialogo costante fatto di progetti, ricerche, iniziative. La sede di Palazzo Reale è lo specchio della storia che i Fondi della biblioteca narrano. Dopo ampio dibattito pubblico, nel 1922 si decise di trasferire l’antica Biblioteca, istituita nel XVIII secolo, dal Palazzo degli Studi all’interno del Palazzo Reale, anche grazie all’intervento di Benedetto Croce.”

Ancora più pressanti sono le richieste che vengono avanzate al Ministro per rendere funzionale al meglio il futuro della Biblioteca: “Che venga assegnato nuovo personale (tramite mobilità, interpelli, concorsi per nuove assunzioni) a tutti livelli: bibliotecari, assistenti, custodi, tecnici, funzionari amministrativi, personale informatico. Che le vengano dati in disponibilità nuovi spazi ad essa attigui o limitrofi (già indicati più volte) che possano fungere da depositi a norma, spazi espositivi, sale per l’utenza; e che venga ripristinata e riaperta la sede di Sant’Angelo al Nilo, nel cuore del quadrilatero universitario. Soprattutto, infine, chiediamo che si abbandoni una volta per tutte questa miope visione politica che distingue beni culturali economicamente produttivi da beni “improduttivi”, visione che negli anni ha progressivamente danneggiato le biblioteche (e gli archivi), ridimensionandole, accorpandole a musei o, come in questo caso, decentralizzandole.”

 

    


www.ecodiaversa.com
Creative Commons License Questo sito utilizza un licenza Creative Commons License - Powered by Wordpress - Web Design by Claudio Lippi

Google Analytics
Amministrazione