E’ giunto sui nostri schermi il tanto atteso terzo capitolo della saga Pirati dei Caraibi. In questo capitolo – “Pirati nei Caraibi ai confini del Mondo” – i protagonisti continuano ad essere gli stessi. Nuovo è il cattivissimno e astuto pirata cinese Sao Feng (Chow Yun-Faty protagonista di “Anna e il Re”). Questa volta Will Turner (Orlando Bloom) e Elizabeth Swann (Keira Knightley, vista anche in “Orgoglio e pregiudizio”) si sono alleati con il Capitano Barbarossa (Goffrey Rusch, visto, tra l’altro, in “Munich”) che tutti avevamo dato per morto alla fine del primo capitolo, ma che, invece, è riapparso nel secondo di tal maniera aprendosi il cammino per tornare, tra i “buoni”, nell’ambito del presente.
Obiettivo di Capitan Barbarossa è trovare e liberare il Capitano Jack Sparrow (Johonny Deep). Il Capitano Barbarossa assumerà il comando della nave durante il pericoloso e insidioso viaggio necessario per incontrare Sparrow. I malvagi Lord Beckett (Tom Hollander, “Una bona annata”), Norrington (Jack Davenport, “Il giorno del matrimonio”) e il mostro Davy Jones (Bill Nighy, “Diario di uno scandalo”) hanno deciso di farla finita con i pirati, ragion per cui contro di loro Will, Sparrow, Elizabeth y Barbarossa dovranno affrontare una titanica battaglia durante la quale saranno in bilico non solo le loro rispettive vite, ma addirittura lo stile di vita, libero, dei Pirati. Battaglia finale, dunque, quale evento determinante su cui "interverrà" con i suoi poteri la Dea Calipso una volta abbandonato il corpo umano che la teneva priogioniera. Anche questo terzo capitolo è stato scritto da Ted Elliot e Terruy Rossio. E ne è direttore Gore Verbinski. Ci è particolarmente piaciuta la figura di Elizabeth come Donna che spicca tra i Pirati ed assume il predominio per la capacità decisionale. Ha il coraggio di decidere, di assumersi responsabilità e trascina tutti sulla sua strada. Predominio della Donna sugli Uomini? Forse. Ci piace sposare questa chiave di lettura. Attuale per i nostri tempi, inusuale per quelli del film.