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Ambiente e Territorio: esperienze a confronto di Giuseppe Alessandro Ciambrone, presidente Club Unesco Castel Volturno

UNESCO1.jpgIl sistema di tutela ambientale e di governo del territorio è diverso da paese a paese. Numerosi sono i motivi che condizionano le norme di attuazione, primi fra tutti i diversi background storici, politici e sociali. Anche il concetto di proprietà pubblica e privata si diversifica per aree geografiche ed è fondamentalmente legato alla nostra storia, al nostro passato.
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Mentre in Italia c’è un enorme considerazione del patrimonio artistico ed ambientale ed una forte considerazione della proprietà pubblica, negli Stati Uniti ed in Irlanda, dove attualmente risiedo per un Master in gestione del patrimonio UNESCO, il concetto di salvaguardia del patrimonio storico è diverso, così come quello di proprietà più incentrato sul diritto individuale. L’Italia ha un patrimonio artistico enorme per cui la proprietà è vista come un bene condiviso, pubblico. Al contrario, gli Stati Uniti non hanno un patrimonio storico come quello europeo e l’Irlanda, indipendente da meno di un secolo, non ha sviluppato un linguaggio artistico autonomo da tutelare. Il concetto di proprietà in ogni caso, perde significato quando gli strumenti di pianificazione urbanistica non funzionano, come nella maggior parte dei comuni campani, dove il fenomeno dell’abusivismo e lo squallore delle nuove periferie ci fa scordare il nostro glorioso passato. Il non fare niente uccide anche le grandi città. In Spagna, in Portogallo, in Francia opere moderne affiancano edifici storici. Il genio creativo dell’uomo contemporaneo deve lasciare il segno. Si pensi alle opere di Renzo Piano sparse per il mondo (New York, Berlino, Osaka…). In California l’architettura contemporanea si relaziona al patrimonio naturale tramite un’agenzia governativa che negozia con i privati gli interventi da realizzare. Il problema è che tante volte diversi progetti privati, uno vicino all’altro, creano un discutibile effetto visivo e le località costiere perdono quella coerenza architettonica di cui sono dotate le nostre Capri e Positano. In alcuni casi si arriva ad eccessi negativi come a Malibu dove le case di attori e VIP negano completamente l’accesso pubblico alla spiaggia. A Las Vegas dallo ‘strip’, asse di percorrenza principale, si accede direttamente ai casinò, posti al piano terra degli edifici, come se la strada fosse un bene pubblico-privato condiviso. In Irlanda dove il concetto di proprietà privata è fortissimo proprio perché è espressione di indipendenza, come quella ottenuta dall’Inghilterra, alcuni edifici storici sono siti su proprietà privata. E’ il caso dell’area cimiteriale più grande d’Europa, il complesso di Bru na Boinne, risalente a circa il 3700 a.C. (patrimonio UNESCO). In Italia l’area del complesso sarebbe stata subito espropriata. In Irlanda, invece, solo una piccola parte è di proprietà pubblica. A mio avviso queste diverse esperienze ci insegnano che la tutela ambientale e culturale è patrimonio di tutti, e tutti devono essere coinvolti nel processo di pianificazione, dai cittadini agli imprenditori. L’amministrazione locale è una cabina di regia a tutela delle diverse necessità nel rispetto dell’ambiente che ci circonda.

 

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