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E quel fare il punto sulla ricerca aerospaziale nel mondo lo vogliamo dimenticare? di Giovanni Caianiello

aerospazio.jpgE’ stato a giugno il convegno sulla ricerca aerospaziale nel mondo presso palazzo Parente. E’ passato del tempo da allora. Quasi nessuno ne parlò, tanto prima, quanto dopo. Come sempre quando l’associazione Parente e L’Eco organizzano eventi importanti. L’Eco, in quel momento, sospese la pubblicazione per entrare in una pausa di riflessione e quindi non potè relazionare al riguardo. Ma quell’evento non può, non deve essere dimenticato. Per l’importanza, la serietà, la categoria, il livello.


Se ne sono visti pochi, ad Aversa, di convegni così importanti, è bene, quindi, parlarne e non dimenticare. Quante volte ci capita di volgere lo sguardo verso l’alto e di ammirare il cielo stellato? E non aspettiamo altro che esprimere un desiderio appena ci sembra di aver catturato una freccia luminosa più sfuggente delle altre. Quante volte ci hanno detto che la Terra è uno dei pianeti del Sistema Solare e la sua posizione ed il suo movimento seguono un’orbita ellittica che risponde a leggi gravidazionali senza capire nulla di ciò? Quanti di noi si sono chiesti se il genere umano è l’unico esistente o se ne esiste uno simile, chiamato UFO, che vive su un altro pianeta e si sta ponendo la stessa domanda? Interrogativi apparentemente semplici ma che portano dietro di sè anni di ricerca scientifica, studi ed analisi dei fenomeni astronomici da parte di numerosi autorevoli centri di ricerca del mondo. Proprio da osservazioni su fatti che sono sotto gli occhi di tutti, il Presidente del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) Prof. Sergio Vetrella ha aperto il convegno circa lo stato dell’arte della Ricerca Aerospaziale in Italia. Con spiazzante semplicità di linguaggio e contenuti il Prof. Vetrella ha spiegato come il principio che regola la caduta ‘la caduta della mela di Newton’ sia lo stesso di quello che spiega l’esistenza del sistema solare, delle galassie e dello ‘spazio stellare’. Non solo. Proprio sfruttando la ‘scoperta’ del Principio di Gravidazione Universale e le diverse leggi della Fisica l’uomo ha la possibilità di mantenere un satellite sempre sulla stessa orbita intorno la Terra (ovvero sempre alla stessa distanza dalla Terra) senza che esso sfugga via, oppure di lanciare una sonda e fare in modo che questa intercetti la traiettoria di una meteorite che si avvicina alla Terra una volta ogni cento anni. Il professore ha raggiunto il massimo dell’attenzione del pubblico quando mostra le immagini dell’atterraggio del robot sul suolo di Marte e spiega le difficoltà incontrate per il successo della missione, nonchè quando coinvolge il pubblico nella sua personale emozione nel presentare le immagini di Saturno e dei suoi ‘anelli’ osservati da una distanza ravvicinata mai raggiunta. Ed il bello è che solo oggi ha potuto vedere realizzati alcuni dei suoi progetti pensati ed avviati circa 20 anni fa: con ironia si è chiesto se riuscirà a vedere quelli che sta ora avviando e con ambizione ha prospettato altri grandi risultati di domani! Poi ha avanzato una domanda: Avevate mai pensato ai rischi connessi ad una missione spaziale in cui vi è la presenza dell’uomo sulla navicella? Ebbene, ci ha risposto che tutti gli accorgimenti scientifici e tutte le soluzioni tecnologicamente più avanzate sono spinte fino all’inverosimile per aumentare la probabilità di riuscita del lancio e di rientro del vettore nell’atmosfera terrestre. Tanto è vero che già da un po’ si parla di vacanze sulla luna e per lo spazio: ipotesi lontane, ma non impossibili. La ricerca scientifica ha fatto enormi passi in avanti sia per raggiungere un livello di sicurezza e rischio accettabile per l’equipaggio in missione e sia per realizzare robot che dovranno ‘riposare’ per anni durante il viaggio, ma che poi dovranno lavorare quando giunti a destinazione. D’altro canto si sceglie sempre di più la soluzione che vede l’uso ed il lancio di vettori UAV e USV (Unmanned Aerial/Space Vehicle) , cioè non pilotati dall’uomo ma da stazioni di controllo: questi rientrano nella classe di laboratori di volo e sono pensati per sperimentare in condizioni reali le tecnologie aerospaziali d’avanguardia. on è mancato inoltre il discorso che trova le sue origini dalla fantasia ma riscontra una reale esigenza della moderna società attuale: la sostituzione della nostra amata automobile a quattro ruote con il cosiddetto AVIOCAR, un velivolo piccolo e veloce, che somiglia ad un mini elicottero, in grado di muoversi in città risolvendo il problema del traffico e migliorando la rapidità degli spostamenti. uanti di noi lo avevamo già sognato? Anche per questo progetto la ricerca segue il suo percorso e promette risultati. ’attento lettore si starà ora chiedendo come sia stato e come sarà possibile pensare e realizzare tutto ciò. Il Professore ha affrontato anche questo punto ed ha sottolineato che si è fatto tanto e che si può fare di più. Passione, esperienza, competenza, sperimentazione, collaborazione ed attrezzature adeguate devono integrarsi in un mix vincente, basato su una gestione globale ed organizzato nei minimi particolari. Lo spirito imprenditoriale ed un pizzico di fortuna coloreranno i traguardi ambiti da numerosi scienziati che in Italia e nel mondo lavorano con dedizione e credono in ciò che fanno. opo questo entusiasmante tuffo nella scienza e salto nello spazio, sicuramente guarderemo le stelle con un altro occhio.
Giovanni Caianiello


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