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“Caro amico, ti scrivo… anzi ti rispondo” di Maria Luisa Coppola

penna%20stilo.jpg“Caro amico, ti scrivo… anzi ti rispondo. Mi hai chiesto che succede ad Aversa, come mai affoga nell’immondizia, nel disordine e nel caos delle tante leggi inosservate. A te, che vivi in Veneto, sembra impossibile che i cittadini non abbiano voce, che non protestino per la pessima qualità di vita a cui siamo condannati a vivere. A me che risiedo ancora qui (perché non sono fuggita, quando avrei potuto?) spaventa il silenzio, l’acquiescenza delle tante persone “perbene” che si sono rintanate impaurite nelle loro case ed aspettano il fato, la palingenesi, ma non alzano la voce, perché schiacciate dal pessimismo.


I fatti dipendenti dai governi locali sono allarmanti, chissà se cambierà qualcosa, se si porrà rimedio prima della morte civile: disperano i tanti giovani che se ne sono andati e non hanno nessuna intenzione di tornare. E chi glielo fa fare? Qui bisogna tenersi buono il politico (!) di turno per il più elementare dei diritti, tanti dicono di dover bussare con i piedi alle loro porte, meglio un posticino oggi, pure risicato, che nulla… Ed allora, caro amico, non è solo la mondezza per le strade che ci preoccupa, che è poi causa di tante malattie e di tante morti giovani (si fa qualcosa, in merito?), ma soprattutto la mondezza morale. Bisogna dichiarare guerra agli ippopotami… a chi si rotola contento nel fango, a chi gode di stare nella palude, a chi non ama la verità, a chi ha una, due, tre facce e crede di ingannare se stesso e gli altri, ritenendosi furbo e moderno, a chi punta il dito contro gli altri e non vuole vedere lo scheletro nel suo armadio. Le bugie hanno le gambe corte, talvolta cortissime e prima o poi… questi malfattori la dovranno pur pagare! Ma sarà sempre troppo tardi per il male che hanno fatto: hanno tolto la speranza a chi ha avuto la sfortuna d’incontrarli, hanno tarpato le ali a chi voleva volare alto, hanno ucciso i sogni di chi credeva che cambiare si può, non tanto per l’oggi, ma per il domani di quelli che verranno. E poi ci raccontano che i giovani non si sposano e non fanno figli. E come potrebbero, se già loro vivono in tanta precarietà? Sono un po’ giù, caro amico, ma credimi più di tutto mi fa male essere presa in giro. Chissà, 640 candidati e 5 aspiranti Sindaci potrebbero, se volessero, tutti insieme invertire la rotta. Ne avranno la capacità ed il coraggio? Saluti.”.


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