Spinto da destra e da sinistra, dai poteri forti e dai soggetti deboli, dai delusi di Prodi e dagli entusiasti del PD, c’è sempre più un Veltroni nel nostro futuro. Buonista, terzomondista, clintoniano, kennedyano, cinefilo e cinofilo, si fa forte anche dei successi riportati nella Capitale: notti bianche, festival del cinema, concerti gratis, luminarie al Colosseo, turismo in aumento.
In questo clima di beatificazione poco importano dettagli secondari come il fatto che Roma si avvii a contendere a Calcutta la palma di città più sporca del mondo, che alla stazione Termini si aspettino tre quarti d’ora per un taxi, che i trasporti urbani siano sempre più inadeguati. Poco importa anche che i costruttori suoi amici stiano ricoprendo ogni spazio vuoto della città e della campagna con palazzine, palazzi, centri commerciali giganteschi, torri, grattacieli. Quello che ai tempi dei sindaci democristiani si chiamava con disprezzo “cementificare” ed era cattivo, con Uolly l’americano si chiama “riqualificare”, ed è buono. E’ il veltronismo, bellezze. Da esportare al più presto, via palazzo Chigi, all’intero bel paese. Che con lui magari non avrà la Tav ma potrà godere di una lunga, entusiasmante sequela di notti bianche.