Riportiamo di seguito le motivazioni dell’adesione all’UDEUR di Gabriele Misso, architetto, ex segretario politico del PCI di Orta di Atella, di tradizione familiare storica del PCI, più volte consigliere comunale ed assessore nonchè dirigente locale e provinciale del PDS.
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“Nei giorni scorsi gli amici consiglieri, assessori e il sindaco di Orta di Atella, in occasione della conferenza stampa di adesione all’UDEUR dell’amico consigliere regionale Angelo Brancaccio, hanno anche ufficializzato le ragioni della loro nuova appartenenza partitica. Anche il sottoscritto, di tradizione familiare comunista, dopo ben 39 anni di intensa militanza, si è iscritto all’UDEUR e pertanto ritiene doveroso spiegare pubblicamente le ragioni di questa scelta politica che ha origine dalle non poche perplessità e difficoltà che stanno caratterizzando la costituzione del PD sia dal punto di vista metodologico che dei contenuti politici. Per rendersi conto di ciò basta guardare cosa sta succedendo per organizzare le primarie e, quindi, per la nomina dei delegati al congresso regionale e nazionale. Badata bene, stiamo parlando delle nomine dei delegati!! Tafferugli e spaccature su tutti i fronti. Provate a immaginare cosa succederà quando si dovranno nominare i futuri quadri dirigenti del nuovo P.D. Le premesse mi sembra che non erano queste. Ma bensì: aprire alla società civile; coinvolgere le realtà locali, parlare con loro, sentire le esigenze e soprattutto raccogliere le loro proposte. Quando è successo tutto questo? Il Partito dal quale provengo o meglio dal quale mi ero autosospeso e, lo dico a malincuore, troppe volte, anzi sempre, ha deciso per me. A decidere sono stati sempre loro. Quante volte abbiamo dovuto accettare scelte calate direttamente dai palazzi alti senza neppure avere il piacere di discutere e valutare tutti insieme la strada da percorrere. Non vi nascondo che già da qualche anno stava maturando in me l’idea di andarmene dal partito. In qualche occasione la cosa l’ho esternata anche a qualche autorevole dirigente. Mi chiedevo se aveva ancora senso restare in un partito dove venivi chiamato solo in prossimità di elezioni varie per raccogliere voti e organizzare campagne elettorali. A più riprese le operazioni di trasformazioni del partito, hanno creato in me delle vane illusioni e delle speranze deluse. Dal 1989, quando la svolta avrebbe dovuto assicurare al Paese e al partito nuove prospettive. Un lungo viaggio che approda, nel 2006, al progetto di fusione a “freddo” tra DS e Margherita con il Partito nuovo P.D. Mio malgrado ho dovuto constatare che è cambiata la musica ma la banda, sempre la stessa. Basta consultare le liste dei candidati a segretari regionali, dei candidati alla costituente regionale e nazionale per rendersi conto che ci troviamo nuovamente di fronte gli ex dirigenti dei DS o della Margherita. E’ questo lo chiamano rinnovamento e /o cambiamento? Ci stavo cascando ancora un’altra volta. Poi nella sfortuna … la fortuna ci ha illuminato. Si perché la sfortunata vicenda che ha coinvolto non solo il mio fraterno amico Angelo Brancaccio, a cui rinnovo sentimenti di stima e solidarietà, ma anche altri amici del mio ex partito, ha concausato questa mia decisione. E’ una scelta sofferta è meditata. Lo scioglimento dei DS a questo punto mi vede senza una casa. Gli ex diessini in questi giorni stanno riflettendo se spostarsi più a sinistra o se stare per il futuro insieme agli ex Democristiani della Margherita (non me ne vogliano questi ultimi, ma il mio riferimento è fatto solo per spiegare a quegli ormai pochi DS di Orta cosa che sta realmente succedendo sul piano politico e delle aggregazioni). Finchè succede questo, tutto è legittimo: quando poi, altri come me, decidono di stare insieme ad altrettanti Democristiani che oggi si ritrovano sotto il simbolo del Campanile e si chiamano UDEUR, allora questi vengono definiti (cito testualmente l’intervista di chi ancora con il biberon in bocca della politica, cerca di dare lezioni di moralità) “un gruppo di potere senza nessun ideale politico, pronto a saltare da un partito all’altro o da una poltrona all’altra, avendo come unico obiettivo la salvaguardia della gestione delle poltrone ecc. ecc”. A questo pseudo idealista e moralista della politica vorrei dire: – continua a bere latte e cerca di incominciare a succhiare dalla giusta mammella, dalla mammella che ti ispira valori di democrazia, di dialogo e di mediazione. Bene! A me la scelta del PD non mi ha più convinto e mi sento di chiedere al segretario della sezione di Orta, Dario Santillo, l’adesione all’UDEUR perché in questo partito mi sento più vicino ai miei ideali di moderato. Non mi sento di stare più in un partito dove viene tutto calato dall’alto. Non voglio stare più in un partito dove i vertici provinciali, regionali e nazionali non danno mai risposte alle richieste di aiuto che giungono dal nostro territorio. L’agro aversano e in particolare la zona atellana, è una zona in cui molteplici sono le problematiche da affrontare e sono certo che la costruzione di un grande centro moderato, a cui aspira Mastella, da realizzare insieme a tanti componenti della politica locale, provinciale, regionale e nazionale sia la strada giusta per dare una prospettiva alla politica vera considerato che negli ultimi tempi, come giustamente va sostenendo il consigliere Angelo Brancaccio, c’è una forte inflazione dell’antipolitica. Allora io chiedo all’amico segretario di sezione di Orta di Atella di poter insieme percorrere questa strada, sotto il simbolo del Campanile nel Partito Popolare dell’Unione per l’Europa”. Gabriele Misso