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CASERTA – Reggia, Salone Pro Loco, 5 – 19 novembre 2007, Mostra di Salvatore Nuzzo: “Pulcinella, una maschera per l’Europa” / 2 – Interventi di Carlo Roberto Sciascia e Francesco Giaquinto

pulcinella_000_006.jpgPer un artista è veramente stimolante confrontarsi con la figura di Pulcinella, maschera napoletana che in sé accoglie un bouquet di elementi che la rendono unica e, per ciò, “una maschera per l’Europa”; essa, infatti, racchiude non solo l’essenza del popolo napoletano, ironico e scanzonato, riflessivo ma non triste, innamorato e, forse, sfrontato, furbo ma credulone, filosofo ma pratico, ma anche di quello europeo con le variegate sfaccettature e tipicità.
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Salvatore Nuzzo la descrive vivace con il suo fascino ed i suoi enigmi, vera nelle inclinazioni più inafferrabili e sorprendenti del suo carattere, mitica con il suo ampio camicione bianco, istintiva e naturale come i napoletani; nelle sue opere, però, l’artista riesce a mettere in evidenza i legami intercorrenti fra la psicologia di tutte le genti e la maschera polivalente, vista e studiata come simbiosi emblematica di un’intuizione individuale capace di trasformarsi in modello per l’intera comunità. L’iter, che Nuzzo intraprende, si dipana tra metamorfosi e trasfigurazioni, linguaggi accattivanti e tradizioni per descrivere un uomo-maschera irriducibilmente fedele a sé stesso, procedendo in un percorso scandito dagli assunti tipici attinti dal repertorio stratificato nei secoli, ribadito e rinnovato dall’immaginario collettivo fino all’attuazione di esiti raffigurativi della stessa contemporaneità. È, infatti, questo il giusto atteggiamento in grado di produrre una “sistemazione formale” di Pulcinella, erede di una tradizione culturale stratificata e complessa distintiva di un popolo, che successivamente si avvale di un “filtro” filosofico e di spontanee riflessioni per tracciare la maschera sullo sfondo di un complesso colmo di concretezza e lirismo. Salvatore Nuzzo si addentra in un discorso gestuale che racconta l’umanità dietro la maschera immutabile nel tempo, non pronunciando giudizi ma partecipando con il segno alla logica genuina degli atteggiamenti plastici ed articolate, imprevedibili e referenti; egli con i chiaroscuri nei disegni, con la movenza ed il portamento nelle ceramiche, con la imperturbabilità dei cromatismi nei dipinti esalta l’eccezionale furbizia capace di risolvere i più disparati problemi, mentre riassume ed esprime ogni realtà sia essa brutta o bella, meschina o eroica, in un inarrestabile desiderio di rivincita supportata da una inesauribile voglia di vivere, stigmatizzata da un opportunismo quasi fisiologico che mette in crisi qualsiasi ideologia umana: la sua vitalità appartiene ad una categoria universale, comune a tutte le culture e intrinseca ad ogni ideologia.
di Carlo Roberto Sciascia
Pulcinella è certamente una maschera antichissima, che molti storici collegano con il Macchus atellano; di sicuro, però, l’apice della sua fama la raggiunge nell’800 con Antonio Petito, entrato in simbiosi con il personaggio, tanto da caratterizzarne definitivamente la sua evoluzione successiva. La Pro Loco di Caserta è, perciò, felice di poter accogliere nel suo salone di rappresentanza una mostra delle opere di Salvate Nuzzo dedicata alla maschera più popolare del mondo che presto sarà ospitata nel Museo di Pulcinella ad Acerra. “Pulcinella, maschera per l’Europa” è il titolo dell’esposizione perché essa è stata esportata con il nome di Mr. Punch in Inghilterra, Polichinelle in Francia, Petruska in Russia, Don Cristobal in Spagna, Punk in Olanda, Kaspar in Germania e, per certe similitudini, Vitez-Lazlo in Ungheria; in tutti questi Paesi la maschera è accomunata, oltre che da sensibili similitudini drammaturgiche, anche e soprattutto dal suono identico della sua voce dal timbro stridulo (ottenuto mediante l’uso di una specie di corda vocale artificiale, detta pivetta, che il burattinaio posiziona in prossimità della gola, nella zona velare). La visione di Nuzzo non altera la forza del personaggio, ma ne conserva intatta nel tempo la sua caratteristica più “nobile” ed originaria; l’artista con maestria ne tratteggia il volto tra lo scanzonato ed il meditabondo, sempre pronto a proporre una filosofia popolare quanto incisiva.
di Francesco Giaquinto, presidente Pro Loco Caserta


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