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10 giorni fermi. Qualcosa di “nuovo”? No. Calma piatta. Nulla di nuovo Antonio Santi

dormire.jpgDa 10 giorni circa questo periodico non viene aggiornato. L’abbiamo fatto apposta.
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Durante questi dieci giorni è cambiato qualcosa in Italia e/o ad Aversa circa le tante tragedie-emergenze-senza fine che ci hanno fatto sprofondare tra i Paesi meno civili? Sono giunte in redazione notizie veramente “nuove” da dare? “Nuove” nel senso che contengono una svolta, una inversione di tendenza, una vera e propria innovazione, un dato di effettivo cambiamento del Sistema? No. Tutto continua uguale. Calma piatta. Continua uguale la monnezza, le proteste dei Campani, l’incapacità dei nostri amministratori di risolvere i problemi, la stagnazione economica, il malfunzionamento di ogni cosa, dalla scuola (una bolgia) agli ospedali… Calma piatta. Come il mare, in questi giorni. Piatto. Immobile. Dormiente. Inesistente. Ed, allora, che ci stiamo a fare, noi, se non abbiamo nemmeno un micragnoso fattarello realmente “nuovo” da dirvi? Ci dobbiamo stare per ripetere le stesse “cose”? Le stesse identiche, monotone, avvilenti “cose”? Si, certo, alla fine non possiamo fare diversamente, però è avvilente dovervi dire sempre le stesse “cose”. Nulla cambia. Calma piatta. Nessuna decisione, nessun progetto, nessuna idea. Nessuna speranza. In questo Paese, in questa Città continua ad esserci calma piatta. Tutto uguale, tutto come sempre. Aspettiamo invano una novità, ma la novità non arriva. Siamo come il capitano Drogo ne: “Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati (un capolavoro). Anche lui ha aspettato, per una vita, un fatto nuovo (l’arrivo di un qualunque nemico contro cui, finalmente, combattere e dare un senso alla sua esistenza), ma invano. A noi che non siamo giornalisti e non dobbiamo vivere facendo il giornalismo, diciamo, provocatoriamente, “Resti un solo giornale ed esca una sola volta l’anno, al massimo due volte l’anno. Tanto, che c’è da dire?”. L’Eco, dopo dieci giorni, vi dirà (da oggi, difatti, riprendiamo ob torto collo a lavorare) le stesse cose di un mese fa, di sei mesi fa, di un anno fa. Signori, non c’è nulla di “nuovo” da dire, nulla di veramente significativo. Non abbiamo nessuna speranza da prospettare. Ogni giorno continua ad essere sempre lo stesso. Oggi come ieri. Domani come oggi e come ieri. Ogni giorno è calma piatta. Tutto uguale, tutto come sempre.


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