Se si guarda attentamente l’ingresso di una scuola, si può capire tanto del comportamento di alunni e docenti. …
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Nessuno ha il passo accelerato né si affanna per essere in orario: la campana è già suonata da un pezzo e lentamente, lentamente i ragazzi entrano in aula ed così pure i docenti… un altro scambio di battute fuori della porta. Nessuno si affretta perché non c’è né la premura di insegnare né tanto meno quella di imparare. Sembra che in questa scuola dell’azienda e dei fondi, il posto riservato alla “fatica di studiare” sia minimo ed occasionale e che la funzione docente si sia svuotata di etica ed amore dell’apprendere. Dai dati recenti dell’OCSE si evince una triste realtà, non nuova né peregrina, che mortifica la Scuola Italiana come fabbrica d’ignoranti che non sanno neppure la propria lingua, figurarsi la matematica o la storia! Che c’è di nuovo e di strano? Assai poco, se da decenni si invoca l’apertura a migliaia di attività, le più varie, a sostegno della formazione della personalità dell’alunno che deve essere al passo con i tempi ed orientarsi fra i tanti saperi. Bene, eccellente misura per combattere la dispersione scolastica, per aprire la scuola al territorio, per far sì che ogni alunno trovi la propria inclinazione ed attitudine, nel lungo iter formativo ed accrescere il bagaglio delle proprie competenze. Dal 1998 ad oggi, quale bilancio si può presentare delle tante iniziative promosse dagli Istituti? Di certo la parte più impegnativa di gestione della scuola è quella inerente all’attuazione dei tanti PON, POR ed attività del POF che annualmente gravitano sulla responsabilità del Dirigente, che in qualità di Direttore dei corsi ha il delicato compito di individuare per competenze le risorse umane ed ottimizzare le spese sostenute con il massimo del rendimento dell’azione promossa. Invece, stando ai fatti, diventano esperti esterni discutibili figure di “raccomandati figli di..” che hanno bisogno di un po’ di soldini e di arricchire il proprio curriculum, ma che non sanno niente, ma proprio niente di alunni e didattica. Gli alunni frequentano i corsi con poca motivazione, il più delle volte per non mettersi contro l’insegnante di classe che “baratta” così la promozione. I pomeriggi passati a scuola non si contano più, tra corsi di lingua, di ceramica, di informatica, di teatro ed altro ed il tempo per studiare non c’è più.. E come si fa pretendere che gli alunni siano preparati il giorno dopo, se la loro testa è stata imbottita vagamente di tutto e di più? Addio letteratura, matematica, filosofia ed arte…oggi conta assai di più il “modello Amici”, la scuola per veline ed il corso di danze caraibiche.. Quando anni fa Paola Mastrocola scrisse un assai condivisibile saggio “La scuola spiegata al mio cane”, si doleva solo di non poter più insegnare il latino in un liceo scientifico, oggi in una recente intervista si interroga sul problema chiave della questione in oggetto: la scuola ai nostri allievi non interessa proprio, essi frequentano per far un piacere ai genitori e non hanno nessuna intenzione di studiare né dedicare il proprio tempo ad accrescere le proprie conoscenze. Il sistema scuola è fortemente in crisi di identità, di programmi, di maestri, di prospettive culturali. Ma questo i vari Ministri che all’incirca ogni biennio si succedono l’hanno capito o no? I Dirigenti scolastici dovrebbero provvedere in primis alla preparazione culturale degli allievi interni, monitorare il grado di apprendimento delle discipline, tenere in conto le esigenze dei diversamente abili, garantire il diritto allo studio ai meno abbienti, vigilare sulla sicurezza degli edifici, invece si sentono soprattutto manager aziendali, senza averne le competenze. I genitori non si preoccupano che le molteplici attività dei loro figli sottraggono tempo allo studio? Ma sì, in questo Paese senza nocchiero, ogni rotta è fallace.. peccato, ci troveremo con tanti laureati a pieni voti sì, ma disoccupati per incompetenza, superati da altrettanti incompetenti ma con tessera di partito. Ai bravi ed onesti studenti non resta che fare la valigia ed andare in posti più dignitosi, a meno che non si contentino di essere raccomandati per essere nominati esperti esterni di qualche oscuro progetto “educativo” all’interno di un istituto al passo con i tempi! Alla prossima legislatura, senz’altro, un altro Ministro fantasioso azzererà la riforma in atto, con il solo scopo di legare il suo nome ad un’altra riforma brillante, altri super-docenti saranno distaccati per motivi sindacali o di consulenza”politica”, mai si terrà in conto il parere di chi la scuola la vive come in trincea ogni giorno, con amore, trepidazione ed affanno. Ma a chi sta veramente a cuore la sorte di tanti alunni di oggi, cittadini della società di domani? “Ai posteri l’ardua sentenza”!