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Attualità
ROMA – 60° Anniversario del Programma Fulbright Giuseppe Alessandro Ciambrone

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Si è tenuto a Roma il 10 Aprile 2008 presso il centro Studi Americani il 60° anniversario del Programma Fulbright.

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Il Programma nasce all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, con l’intento  di favorire il processo di pace attraverso lo scambio di idee, di cultura e di storia tra cittadini americani e cittadini di varie nazioni. J. William Fulbright, Senatore democratico dell’Arkansas, é l’ideatore del Programma che promuove studio, ricerca e insegnamento tramite borse di studio per studenti, ricercatori e professori. Da allora, il suo messaggio illuminante ha ispirato e coinvolto piu’ di 250.000 borsisti nel mondo. Inizialmente il Programma è stato finanziato dagli Stati Uniti con il ricavo della vendita dei residuati bellici. Oggi i fondi provengono, oltre che dal governo USA, da tutti i paesi che hanno relazioni diplomatiche e commerciali con gli States e da numerose Fondazioni nel mondo. Io ho partecipato alla manifestazione romana in qualità di unico vincitore in Italia della Fulbright Thomas Foglietta 2003-04 per lo sviluppo economico delle aree meno industrializzate del Mezzogiorno. Alla University California Los Angeles ho elaborato un progetto per lo sviluppo della fascia litoranea domitia sul modello di quella californiana. Il comune di Castel Volturno, di seguito, ha bandito il concorso internazionale “Un Lungomare da Vivere” vinto da un gruppo di progettazione italo-giapponese. All’incontro hanno partecipato Fulbrighter illustri come il Premio Nobel Carlo Rubbia, l’On. Giuliano Amato, il prof. Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale UNESCO, e la prof.ssa Maria Luisa Stringa, Presidente della Federazione Italiana Club UNESCO. Tema dell’incontro è stata la “fuga di cervelli” dal nostro paese. Fulbrighter d’eccellenza come Umberto Eco, Giovanni Sartori e Franco Modigliani hanno messo in evidenza come il problema non è la “fuga dei cervelli”, ma la mancata circolazione degli stessi. In altre parole se per i cervelli italiani che fuggono  ci fossero cervelli stranieri in arrivo, tutto andrebbe bene. Ciò non accade perché le nostre Università sono piene di “vecchi” professori chiusi alle novità che hanno paura di “perdere la poltrona” e così l’ingresso di studiosi e ricercatori stranieri è bandito. Inoltre, nelle Università italiane, a differenza di quelle statunitensi ed europee, mancano gli investimenti privati per la ricerca. Il privato è visto ancora come l’orco cattivo. Ed intanto il cittadino italiano negli ultimi 10 anni ha perduto il 18% del “potere d’acquisto” e l’Italia è stata superata in Europa da Spagna e Grecia… Ma quando ci svegliamo?


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