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Progetto “Aversa Diversa: 1° Cultura, 2° Turismo”

Progetto Aversa Diversa
 

Progetto "Aversa Diversa: 1° Cultura, 2° Turismo"
DUBLINO – Georgia, dai Soviet all’Unesco. Intervista all’architetto Rusudan Mirzikashvili sulla gestione dei siti Unesco nel Paese caucasico Giuseppe Alessandro Ciambrone*

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Rusudan Mirzikashvili è l’architetto georgiano che si è aggiudicata una delle cinque borse di studio UNESCO Vocation Patrimoine 2007-09 per il Master biennale in “Management del Patrimonio dell’Umanità”.

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Segue i corsi del Master alla University College di Dublino che, con la Brandeburg Thechnical University Cottbus in Germania, è l’unica università in Europa ad offrire questo tipo di specializzazione.

Le borse di studio, finanziate dall’UNESCO, dall’Associazione Vocation Patrimoine e dalle multinazionali assicurative AXA e MAZARS, sono state assegnate per progetti innovativi tesi al recupero dei Siti UNESCO in pericolo. Rusudan Mirzikashvili sta elaborando una proposta relativa al miglioramento della strategie di management per i Siti UNESCO in Georgia attraverso uno studio comparativo con il patrimonio storico di quattro paesi dell’est (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia).

Poco si conosce dei sistemi di management del Patrimonio dell’Umanità della regione caucasica e questa intervista ci offre la possibilità di scoprire una realtà di grande interesse. Poco si parla anche della Georgia uno stato situato tra Asia ed Europa, ad ovest del Mar Nero, nel Caucaso meridionale, già repubblica dell’Unione Sovietica. Per saperne di più parliamone con Rusudan Mirzikashvili.

 

Architetto Mirzikashvili, ci illustri il progetto al quale sta lavorando.

Il mio progetto di ricerca riguarda il management dei siti UNESCO in Georgia. Ho deciso di elaborare questo studio a causa dei persistenti problemi nel campo della tutela e della gestione del “Patrimonio dell’Umanità”, cosi come di altre ricchezze storiche e naturalistiche del paese. Il sistema della gestione del patrimonio culturale ha subito continui cambiamenti dagli anni novanta dopo il collasso del regime sovietico che ha annunciato una nuova era di trasformazioni sociali, economiche e politiche per la Georgia.

La guerra civile fra il 1991 ed il 1995, l’instabilità politica e la dura crisi economica del paese dopo il collasso dell’Unione Sovietica hanno toccato fortemente ogni campo dell’amministrazione. Durante il periodo sovietico, il sistema di menagement del patrimonio era fortemente centralizzato ed i progetti ed i lavori di recupero dipendevano interamente dai fondi statali. La maggior parte del potere amministrativo è ancora concentrato a livello nazionale ma, attualmente, i lavori di restauro e la gestione del patrimonio sono affidati a compagnie private attraverso gare di appalto e competizioni di architettura.

 

Perchè ha deciso di lavorare a queste problematiche?

Sebbene siano state approvate riforme nel campo della legislazione del patrimonio culturale, il pese affronta ancora problematiche che spesso trovano radici nella precedente gestione politica sovietica. Fra queste il passaggio del diritto di proprietà di alcuni beni statali, la mancanza di fondi e di una documentazione aggiornata, l’inadeguatezza e la poco chiara definizione dimensionale dei confini delle “aree di tutela” del siti di interesse culturale. Tutto ciò ha contribuito allo stato di degrado in cui vertono edifici storici e siti archeologici.

La stato ha perso il potere di gestione su alcuni beni che sono diventati di appartenenza privata. Tutti gli edifici religiosi, precedentemente confiscati dal governo sovietico, sono stati restituiti alla chiesa ortodossa georgiana nel 2002. Nelle aree urbane, agli inizi del 1990, gli splendidi edifici Neoclassici ed Art Nouveau, che erano stati trasformati in appartamenti comunali durante il periodo sovietico, sono stati ceduti gratuitamente in proprietà agli inquilini che li occupavano. Nei drammatici anni della guerra civile l’attenzione alla tutela del patrimonio da parte dello stato e dei privati è passata in secondo piano rispetto alle basilari necessità di sopravvivenza. Ne è risultato il conseguente deterioramento dei beni che sono stati in molti casi fortemente alterati. Inoltre con l’approvazione della legislazione sul patrimonio culturale del 2007 è stata legalmente consentita la vendita ai privati di alcune categorie di monumenti. La legge è nata dalla consapevolezza di non poter restaurare l’elevato numero di edifici storici in precario stato di manutenzione a causa della limitatezza dei fondi statali. Nei contratti di vendita ai nuovi proprietari sono stati comunque imposti vincoli e prescrizioni per i lavori di restauro e per le destinazioni d’uso degli immobili al fine di tutelare e recuperare il patrimonio.

Un’altra problematica legata al management è relativa alla mancanza di planimetrie in scala aggiornate con l’indicazione delle aree di protezione dei monumenti. Ciò rende difficile la tutela del patrimonio e del paesaggio che potrebbero essere messe in pericolo a causa di nuove proposte di insediamenti urbani. I più grandi sforzi da parte del governo, attualmente, sono orientati all’aggiornamento dell’inventario dei beni nazionali ed alla definizione e dimensionamento della aree di protezione degli stessi.

 

Quali sono gli scopi del suo studio comparativo e quali i criteri che l’hanno convinta a scegliere paesi dell’Europa dell’Est?

La particolare posizione geografica della Georgia, di confine fra l’Europa e l’Asia, ha determinato in 3 millenni di sviluppo del paese, l’influenza di diverse culture come quelle ellenica, persiana, arabica, bizantina, ottomana ed europea, che si sono fuse con quella locale ed hanno definito un linguaggio unico che si manifesta nella lingua, nella scrittura e nelle diverse forme di espressione artistica. Per tale motivo è difficile paragonare i siti storici in Georgia con quelli di altri paesi europei. Comunque, ci sono altri fattori che sono importanti in una logica di studio comparativo. Ovvero le problematiche inerenti il management, il diritto di proprietà, lo sviluppo socio-economico ed il contesto politico. Questi elementi mi hanno fatto propendere per quattro paesi dell’est: Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia. Queste nazioni hanno avuto un governo comunista sotto l’influenza militare ed economica dell’Unione Sovietica, anche se ognuna di esse ha costruito un proprio percorso autonomo attraverso la realizzazione di governi democratici ed una politica di integrazione alla Comunità Europea.

 

Quali sono le sue aspettative relative al progetto?

Il governo georgiano non è riuscito ad assicurare un effettivo management del propri Siti UNESCO. Il trend attuale è maggiormente incentrato sul rapido incremento economico e sullo sfruttamento del patrimonio storico piuttosto che sull’adozione di politiche a lungo termine che consentano uno sviluppo sostenibile delle risorse culturali. E’ veramente difficile porre un freno alla crescita economica ed urbana di un paese in via di sviluppo, ma se non si trova un compromesso fra progresso e conservazione del patrimonio si rischia di perdere la storia e l’identita’ nazionale. Spero che con il supporto dell’UNESCO e della comunità internazionale, le autorità georgiane possano interessarsi al mio progetto e di avere così l’opportunità di contribuire a migliorare le strategie di protezione del patrimonio storico e culturale in Georgia.

 

La Georgia, un Paese al confine fra Europa ed Asia

 

Tre i siti georgiani iscritti nella lista del Patrimonio UNESCO:

I Monumenti di Mtskheta, un’antica capitale della Georgia conosciuta per la sua ricca stratigrafia archeologica risalente al III millennio AC e per le eccezionali architetture ecclesiastiche del periodo medioevale. Mstksheta è una città che riveste una particolare importanza per valori storici e culturali sin dall’Età del Bronzo (3000-2000 AC). E’ stata capitale del Regno Georgiano dal IV sec. AC al VI sec DC ed anche dopo il trasferimento della capitale a Tbilisi, ha conservato il ruolo di principale centro religioso del paese. Il Sito è stato inserito nel Patrimonio UNESCO nel 1994 come testimonianza dello svanito Regno Georgiano che ha avuto un ruolo eccezionale nella storia medievale della regione.

La Cattedrale di Bagrati ed il Monastero di Gelathy – centro religioso e di educazione del periodo medievale. Il complesso, inserito nel Patrimonio UNESCO nel 1994, è di eccezionale valore in quanto testimonianza dell’architettura medievale Cristiano-Ortodossa. I mosaici, gli affreschi e le lavorazioni artigianali in ferro sono espressione di un particolare idioma stilistico sviluppatosi in questa regione.

Svanety Alta. Nota per l’emozionante integrazione delle sue architetture vernacolari con il paesaggio di una delle più particolari e pittoresche regioni della Georgia. Rimasta intatta a causa dell’isolamento dovuto alla complessa posizione geografica ed alle impervie condizioni naturali, Svanety Alta è stata inserita nella Lista del Patrimonio UNESCO nel 1996 per l’autenticità e lo stato di conservazione dei centri medievali dell’area. I centri sono anche testimonianza di un patrimonio intangibile legato alle antiche usanze, tradizioni ed espressioni culturali tipiche della regione.

 

* Presidente Club Unesco Castel Volturno

 


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