Archivio articoli

Seguici su:

Scarica l’Eco in PDF!

Vai alla pagina dei downloads

Editoria & CD

Scopri il CD di Domenico Cimarosa e i nostri libri

Enciclopedia di Aversa

L'Enciclopedia di Enzo Di Grazia

Guida turistica breve di Aversa

Guida turistica breve di Aversa

Progetto “Aversa Diversa: 1° Cultura, 2° Turismo”

Progetto Aversa Diversa
 

Letteratura | Pittura | Fotografia | Musica | Cinema | Teatro
Noa, 28 giugno 2008, concerto nell’ambito di: “Israele e la forza degli elementi (terra e acqua)” – MILANO / Valeria Panerai

NOA.jpg

All’interno della “Milanesiana“, rassegna di letteratura musica e cinema  che si svolge da nove anni a Milano, sabato 28 giugno è stata organizzata una serata d’eccezione dal titolo “Israele e la forza degli elementi (terra e acqua)“.

>>>

Davvero impossibile mancare ad un appuntamento a cui partecipavano Elie Wiesel (sopravvissuto ad Auschwitz, premio nobel per la pace), Amos Oz (straordinario scrittore israeliano), Moni Ovadia e Noa.

 

Elie Wiesel e Amos Oz  hanno catturato la nostra attenzione con le loro riflessioni filosofico letterarie (il perchè della sofferenza, la responsabilità dell’uomo, il ruolo dello scrittore nella società di oggi e così via) poste sempre con pacatezza, profondità e un pizzico di ironia.

 

Mi piace ricordare l’esortazione finale di Wiesel che può costituire un punto di riferimento per ognuno di noi: “think higher and feel deeper”.

 

E infine, a confermare il carattere eccezionale della serata, Noa, la musicista israeliana che, insieme alla sua band, non finisce mai di stupire.

 

Ed è una “veterana” che lo dice: avrò ascoltato almeno una quindicina di suoi concerti; ognuno di essi è un concentrato di energia, di gioia, di purezza, di intensità.

 

È un’artista che va necessariamente conosciuta dal vivo perché la sua capacità comunicativa, la sua grazia, la sua pienezza espressiva – che già si colgono nei suoi cd – vengono amplificati, si materializzano e travolgono e conquistano gli spettatori.

>>> 

Noa sta portando in giro per il mondo, attraverso un lunghissimo tour che la impegna per tutto il 2008, il suo nuovo album Genes and Jeans che, come allude il titolo, è un viaggio musicale che esplora le sue radici (ebrea di origine yemenita nata in Israele che ha vissuto per 17 anni a New York e ora abita a Tel Aviv) unendo in maniera magnifica melodie e ritmi yemeniti, canzoni popolari ebraiche, pezzi moderni dal sound più occidentale.

 

Si tratta di un viaggio che ripercorre anche, inevitabilmente, la storia della sua famiglia (davvero cara l’idea di Noa di far cantare sua nonna nel cd e di inserire foto dei nonni nel booklet).

 

Una volta salita sul palco, l’artista ha presentato il suo nuovo lavoro in italiano, segno, questo, di una grande sensibilità, di apertura mentale, di desiderio di conoscere, di comunicare e di farsi vicina al suo pubblico.

 

Genes and jeans, un disco etnico, dunque, presenta sonorità distanti rispetto all’ultimo straordinario live (Noa and the Solis string quartet Live in Israel 2005) completamente acustico.

 

Ma con qualsiasi formazione Noa riesce comunque a dare il meglio di sé e a sbalordire: la sua voce cristallina – io credo davvero la più bella in circolazione oggi -, che tocca le vette più alte e le profondità degli abissi, che si libra leggera e poi si impone impetuosa penetra dritta diritta nei nostri cuori.

 

Il concerto ha seguito, per i primi brani, l’ordine del cd: un inizio segnato dall’atmosfera suggestiva di Waltz to the road, una coinvolgente Ayelet chen/In your eyes che ci ha catapultato nel mondo orientale e “Dreamer“, pezzo forte e insieme dolce, dedicato al nonno, ma, in fondo, forse anche a tutti i sognatori (“running where the road is broken, singing where no words are spoken“).

 

Noa ci ha regalato, però, anche alcuni dei suoi classici come I don’t know – in cui Noa si mostra virtuosa percussionista -, Yuma, e soprattutto una nuova versione di Mishaela di straordinaria bellezza, in cui il ritornello è cantato polifonicamente da tutti i componenti della band.

 

Proprio questa è una delle caratteristiche che distingue i veri grandi artisti: la capacità di rimettersi in discussione, di provare a cambiare e di riuscire a rendere ancora più bello ciò che già sembra perfetto (sembrava impossibile migliorare un pezzo favoloso come Mishaela, eppure…).

 

In questo è naturalmente aiutata dal maestro Gil Dor, direttore musicale, virtuoso chitarrista, amico e inseparabile partner musicale di Noa da 18 anni, musicista che sa esprimere con il suo strumento, il suo sguardo e la sua bellissima voce – giustamente valorizzata durante i concerti – dolcezza e grazia, ma anche intensità e forza travolgente.

 

Inutile dire che anche gli altri musicisti (la bassista Anat Firestone, il batterista Jean Paul Zimbris, il formidabile percussionista Gadi Seri e il tastierista Gil Zohar) contribuiscono a rendere lo spettacolo di elevatissima qualità.

 

Un’altra manciata di canzoni dal nuovo disco: The eyes of love – dolcissimo inno allo sguardo dell’amore che non bada al nome, al colore della pelle, alle rughe che si cerca di nascondere, ma guarda solo ciò che c’è dentro, al di là della facciata -; la toccante Ani Tzameh, per voce sola; le trascinanti Dala dala e Heart and head durante le quali Noa mostra anche la sua abilità di danzatrice; una popolare canzone ebraica, El ha maayan, e infine la title track Genes and Jeans.

 

A gran voce Noa è stata richiamata sul palco ed ha eseguito da sola al piano la canzone finale dell’album dedicata ai suoi due figli, The balancing act, che, col suo testo un po’ amaro e il ritmo cullante da ninna nanna, svolge perfettamente il ruolo di chiusura (the more I see, the more I grow, the less and less I seem to know; only that life is just a balancing act).

 

Ha poi duettato con il percussionista: entrambi hanno suonato con una singolare percussione (una sorta di grande lattina vuota) una canzone popolare yemenita dal ritmo forsennato e trascinante.

 

Infine per il pubblico italiano il concerto non poteva che chiudersi con Beautiful that way – tratta dal film La vita è bella – che Noa riesce ad interpretare sempre in modo struggente.

 

Mi rendo perfettamente conto che una pura cronaca, per quanto entusiasta, può solo vagamente rendere l’idea di che cosa realmente trasmetta un concerto di questa straordinaria artista che, per quanto sempre più conosciuta, ancora non ha tutto lo spazio e non riceve tutta l’attenzione che meriterebbe.

 

Noa vuole avere il pubblico vicino – è la prima cosa che dice appena salita sul palco -, regala generosamente sguardi pieni di vita e sorrisi infiniti; si commuove, le cade qualche lacrima, è emozionata anche per la presenza di grandi personalità – che abbraccia calorosamente alla fine del concerto -; ammira con sguardo adorante i suoi musicisti.  

 

Dà un’impressione di familiarità, di vicinanza, di semplicità, di affabilità incredibili. È così distante dagli atteggiamenti propri delle star di oggi! Ogni suo gesto, ogni sua parola sono pieni di vita e di amore; ogni dettaglio è curato con attenzione.

 

Forse è proprio questo ciò che il pubblico apprezza di più: sentire che  Noa  si dà al cento per cento senza risparmiarsi; sentire che è vicina, che davvero è come appare, che realmente ha desiderio di comunicare vita amore e pace, quella pace che canta nelle sue canzoni, per la quale si batte e che, le auguro, possa vedere presto realizzata nella sua splendida e tormentata terra.

 

Per sapere di più su Noa rimando al suo sito ufficiale www.noasmusic.com che è specchio perfetto della sua personalità, ve ne accorgerete!

 

 

 


www.ecodiaversa.com
Creative Commons License Questo sito utilizza un licenza Creative Commons License - Powered by Wordpress - Web Design by Claudio Lippi

Google Analytics
Amministrazione