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Camorre: lotte tra clan? Guerra civile? O… Gennaro Mariniello

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Questo scritto contiene spunti di riflessione insoliti che non richiedono un giudizio immediato favorevole o contrario.

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In Campania dominano da alcuni decenni le Camorre (Vicereame delle Camorre).

Da tanto, troppo tempo nella nostra Regione sono ‘sospese’ le libertà ed i diritti civili.

In Campania non vige la democrazia (modello di governo utopico o ideale) bensì la patocrazia.

Quello che sta avvenendo in questi giorni in Provincia di Caserta è un evento anche ‘mitologico’. Come ho ripetutamente scritto nel tempo, in Campania – dopo l’ultima guerra – v’è stato lo smarrimento della ragione e delle coscienze, una corsa sfrenata verso l’accaparramento e lo sfruttamento del potere, la ricerca dei padroni da servire o da blandire, la sottomissione  e la prostituzione per sedere al tavolo delle spartizioni o godere degli avanzi.

Tutto ciò fa parte della storia dell’uomo. Da millenni. La situazione attuale della Campania la assimilo al mito del Minotauro. La nostra collettività deve offrire non ogni anno, ma ogni giorno migliaia di giovani – donne e uomini – al mostro che ci affligge, ci impaurisce, ci impoverisce. I giovani da sacrificare sono le tante migliaia di Campani costretti moralmente e materialmente – se non vogliono fare i servi ed i miserabili, se non vogliono torturare le loro famiglie – ad emigrare. A cercare altrove, in Italia e nel mondo, quelle opportunità negate in casa propria. Gli uomini-mostro,ossia coloro che decidono del destino di questa regione non più felice, e gli uomini-bestie, quelli che collaborano ai vari livelli con i primi per imporre, difendere ed estendere il potere dei primi, sono l’equivalente del Minotauro, del mostro che terrorizza le collettività e le coscienze dei singoli uomini.

A questi uomini-mostri e uomini-bestie si sono inchinate le Istituzioni, le Professioni, la Cultura, l’Imprenditoria, la Religione. Altrimenti non si può spiegare l’inarrestabile sviluppo e dominio del tumore-camorra. Gli episodi ricorrenti, falsi e superficiali, di sdegno e scandalismo al compiersi di atti particolarmente sfrontati od efferati è la cartina di tornasole della deboscia della società campana. Come per la vergognosa catastrofe dei rifiuti è dovuto intervenire un deus ex-machina per imporre cose elementari e di buon senso, così per le camorre si chiede l’intervento dello Stato. I Campani  dimenticano, soprattutto quelli occupati nella politica-politicante, le loro responsabilità, i ruoli ed i doveri che a loro spettano nella lettera e nella sostanza.

Manca oggi Teseo, l’uomo-eroe che decide di entrare nel labirinto delle problematiche della vita  (paure, angosce, frustrazioni, depressioni, ansie, disorientamenti, dissociazioni e tant’altro), vincere le mostruosità e bestialità insite nella natura umana ed uscire dal labirinto grazie al filo o alla rete di conoscenze ed esperienze di Arianna ( l’anima o psiche virtuosa).

Nel paradigma moderno Arianna è la coscienza, quella vocina che prima o poi, se non si vuol esser sordi, cominciamo a sentire e seguire. Teseo è l’uomo di buona volontà, colui e colei che non baratta la propria dignità ed il destino personale, familiare e comunitario, vendendosi, prostituendosi o abbrutendosi per servire i moloch di turno.

Anche questa volta è questione di Civiltà. Ma per riaffermare la Civiltà occorrono uomini liberi, quelli che millenni or sono erano noti come Eroi.


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