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Crisi dei mercati finanziari: consigli pratici Arturo Palomba

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La crisi finanziaria, che nelle ultime settimane ha sconvolto gli USA e l’intera realtà economica globale ha prodotto effetti anche nella Comunità Europea e in particolare in Italia spingendo verso un atteggiamento di prudenza i piccoli e medi investitori italiani.

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Si tratta, infatti, di giuste preoccupazioni, visto che il danaro che hanno investito è stato risparmiato ed è frutto di rinuncia ad investimenti alternativi.

Cerchiamo di dare qualche consiglio a questi soggetti per tranquillizzarli ed evitare che presi dalla paura prendano decisioni sbagliate.

I conti correnti e i depositi sono al sicuro, perché rappresentano la forma più sicura di investimento. Si tratta di investimenti collocati presso gli istituti bancari che sono fuori dalla bufera sub-prime (crisi dei mutui americani).

I nostri istituti di credito non hanno corso gli stessi rischi di alcune banche americane o del Benelux. Le banche italiane sono serie, solide, rispondono ad una serie di requisiti di solvibilità soggetti al controllo da parte della Banca d’Italia.

Nella remota ipotesi di insolvenza di un istituto di credito fino a 103.000 € per singolo deposito bancario garantisce il Fondo Interbancario per la tutela dei depositi. Si tratta di un organo che è intervenuto rarissimamente in Italia.

Per gli investimenti azionari si tratta di una crisi grave, ma che non è in assoluto la più grave del mercato finanziario.

Siamo di fronte ad una situazione pesante che coinvolge il settore finanziario e produce ripercussioni anche sui listini azionari ad esso contigui.

Anche se è necessario fare la seguente considerazione: chi investe in azioni corre il rischio di ottenere un certo rendimento dopo un orizzonte temporale di lungo periodo. Questo orizzonte temporale forse non è ancora arrivato. A volte per ottenere un rendimento dalle azioni che sia significativo e superiore a quello dei Bot, gli investitori hanno dovuto attendere almeno 10 anni.

Il consiglio migliore è quello di rifarsi ai titoli di stato americani o tedeschi (che godono della tripla A) e sono considerati lidi ancora più sicuri di quelli italiani.

A questo punto una domanda sorge spontanea.

L’inflazione oggi è pari al 3,8%. Se l’inflazione non dovesse scendere, riuscirebbero gli investimenti a difendere i nostri risparmi dall’inflazione e dai costi che questi investimenti comportano?

Lascio a voi la risposta.

 


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