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Una poltrona a me, due a te; no, due a me ed una a te; no, tre a me e una a te… Antonio Santi

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I partiti ed i politici che i partiti esprimono hanno raggiunto, nella città di Aversa, la punta massima di incapacità a fare e di menefreghismo verso la collettività che dovrebbero governare.

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E’ incredibile il livello di mediocrità (o, forse, di indecenza?) in cui i partiti ed i politici che i partiti esprimono ci hanno fatto scendere, giorno dopo giorno. Ad Aversa una coalizione – quella di destra – ha vinto le elezioni con larghissima maggioranza e, quindi, al primo colpo. I partiti e i politici vincitori hanno fatto il governo. I partiti ed i politici vincitori e di governo dopo un po’ di tempo, però, si sono “bloccati”. Vano è stato ogni tentativo di “sbloccare” il blocco che aveva bloccato i partiti ed i politici vincitori e di governo. E così i partiti ed i politici vincitori e di governo, irrimediabilmente bloccati, si sono salvati con una fantasiosa invenzione: cedere le poltrone del governo a tecnici, a non politici,con il proposito di riprendersi le poltrone non appena il blocco che aveva bloccato il governo si sarebbe sbloccato. Sono passati mesi e, incredibile a dirsi, il blocco ancora persiste e non si sblocca, sicchè i partiti ed i politici vincitori e di governo continuano ad essere bloccati. Nel frattempo i partiti ed i politici vincitori e di governo non hanno fatto altro che scalpitare ed hanno messo il broncio ai tecnici, anzi li hanno crocifissi dopo una lunga via crucis di critiche e polemiche. Poveri tecnici! Tali tecnici, difatti, venuti, gentilmente, in soccorso dei partiti e dei politici bloccati, si sono, poi, visti “picchiare” selvaggiamente dagli stessi, rabbiosi, furenti per il blocco provocato, ma non sbloccabile nonostante “interpartitici” su “interpartitici”. Ma perché i partiti ed i politici vincitori e di governo si sono bloccati? A cagione di diversità di Progetti di Città? Macchè, per un problema ben più serio, ben più importante, ben più “elevato”, per il problema, cioè, di quante poltrone spettano a me e quante poltrone spettano a te. Conclusione? Poveri cittadini! Hanno votato partiti e politici che pensano solo alle poltrone. Che non governano. Che chiamano in aiuto altri – non politici – quando fa comodo. Che sono, però, pronti a buttare a mare quei non politici che li hanno salvati non appena raggiunto l’accordo sulle poltrone spettanti a ciascuno. Che non hanno Progetti di Città. Che non sanno nemmeno cos’è la progettazione. Che sanno solo contare…le poltrone proprie e quelle degli altri. E nel frattempo? Nel frattempo andiamo avanti. Qualcuno protesta. I più sopportano. Vinti dalla rassegnazione. Dalla necessità di guadagnare il pane quotidiano. Dall’abitudine a tutte le peggiori cose possibili, cominciando dalla mondezza. E coasì sia. Ammenne.


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