Ci sono molte città ricordate per i loro monumenti, altre per avvenimenti accaduti in esse e altre ancora per la loro bellezza e o altre particolarità fisiche ma poche, anzi pochissime sono ricordate per essere la terra natale di musicisti eccelsi.
>>>
Mozart e Salisburgo sono uniti per sempre perché Mozart è nato lì. Così pure Pesaro e Rossini resteranno per sempre legati. E Busseto sarà sempre di Verdi, Lucca di Puccini, Jommelli e Cimarosa eternamente aversani.
Uno dei sogni che ho percepito in tutti gli organizzatori del Festival, veri appassionati della musica classica ed, in particolare, di quella di Cimarosa, è che, così come Mozart ha, oggi, il suo luogo di irradiazione a Salisburgo; Rossini a Pesaro (si pensi al Festival annuale); Verdi a Busseto (che costituisce un vero e proprio centro verdiano); Wagner a Bayreuth, Cimarosa potesse avere il suo centro musicale e musicologico ad Aversa.
Non era giusto, in effetti, che Cimarosa non avesse un punto di riferimento stabile e duraturo nella sua città. Era necessario che ci fosse un punto di attrazione annuale, destinato a durare nel tempo, di caratura internazionale, per far conoscere i luoghi, le origini, l’Opera di Cimarosa.
Quest’anno molto sembra essere cambiato. Uno stabile e duraturo Festival di Cimarosa sembra non essere più un sogno, ma una realtà.
Auguro, dunque, che dal seme di questo Festival cresca un albero che possa stare presto nel giardino dei grandi eventi musicali dell’Italia e del mondo.
Gesù utilizza molti detti – secondo il linguaggio rabbinico dell’epoca – e tra essi afferma che le opere di Dio hanno delle origini umili, hanno bisogno di tempo per crescere, ma poi diventano molto grandi e forti. Parallelamente i grandi progetti umani sono così. Per lo più hanno origini piccole, necessitano del tempo per maturare, ma poi diventano le realizzazioni più importanti.