Riportiamo, senza assumere nessuna responsabilità circa le affermazioni contenute nel comunicato stampa dello staff del dichiarante, il testo integrale dell’informazione inviataci.
“Spesso e volentieri c’è qualche persona che senza avere alcuna competenza si diletta a comunicare ad alcuni giornali notizie sulla casa dello studente nell’ex carcere mandamentale di via Filippo Saporito.
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Questa volta l’ignoto personaggio ha ritenuto di dover allargare il ‘giro’ mandando un articolo non solo a vari giornali locali, ma anche ad un giornale nazionale, quale ‘Venerdì di Repubblica’ sicuramente della sua parte politica. Mi corre l’obbligo a questo punto, di intervenire sull’argomento anche perché è facile giudicare quando non si hanno le minime reminiscenze su ciò che significa amministrare la cosa pubblica. Spieghiamo perché a distanza di un anno e pochi mesi la casa dello studente non è ancora in funzione nella Città di Aversa. Ogni Amministrazione chi si rispetti, prima di porre in essere un’operazione di gestione ha la necessità di misurare il costo dell’operazione rispetto al beneficio della stessa. L’Amministrazione comunale di Aversa, come qualsiasi altra Amministrazione, al giorno d’oggi e con le regole attuali (vedi di patto di stabilità) non può permettersi il lusso di gestire una casa dello studente perché esistono alternative che posso tranquillamente e meglio raggiungere tale obiettivo. L’alternativa importante e l’unica pure, che all’Amministrazione da me guidata ha ritenuto di individuare è stata quella di far gestire la casa dello studente dell’ex carcere mandamentale ad un istituto universitario come l’Adisu che per attività fa esattamente questo, ovvero offrire e gestire servizi per lo studente. Nessuna struttura meglio dell’Adisu può gestire lo studentato e nessuno meglio dell’Adisu può dare agli studenti di Aversa i servizi collaterali per la gestione. Dal momento in cui c’è stata consegnata la casa dello studente quest’Amministrazione ha preso subito contatti in primis con il Rettore della Sun prof. Francesco Rossi e contemporaneamente con i due Presidi delle due facoltà universitarie presenti in Città. Dopo una serie di contatti nei quali è stata poi successivamente inserita anche l’altra struttura che dovrà essere realizzata nell’ex scuola media ‘Manzoni’, si è deciso di contattare il dirigente dell’Adisu. Tutte queste operazioni sono state eseguite anche alla presenza della rappresentanza di due studenti universitari che in verità hanno apportato un grosso contributo alla causa. Ora come tutte gli enti che vivono un momento di difficoltà anche l’Adisu ha avuto le sue per poter prendere in carico le due strutture e gestirle. In questo tempo si sono avuti, ripeto ancora, tantissimi incontri con il direttore dell’Adisu prof. Ruggiero e ripeto, sempre e comunque, alla presenza della rappresentanza studentesca. Sono emerse, in questi incontri, tante di quelle difficoltà che l’estensore anonimo di questi articoli diffusi ai giornali non può nemmeno immaginare, forse perché lui fa attività diversa rispetto alla gestione di un Ente pubblico. La buona fede gli avrebbe permesso, contattando il Sindaco o l’Amministrazione comunale, di avere tutte le spiegazioni possibili ed immaginali, ma evidentemente lo scopo era un altro: quello di volere dimostrare che non siamo capaci di gestire la cosa pubblica. Tornando a noi, posso solo assicurare la cittadinanza che quest’Amministrazione ha fatto e continuerà a fare molto affinché la struttura finita, quella in via Saporito, e la prossima in costruzione, in via Castello, possano entrare quanto prima nella gestione dell’Adisu così che tutti gli studenti possano tranquillamente incominciare a beneficiarne. Aspettiamo con molta ansia la risposta definitiva da parte dell’ente universitario e mi auguro che anche i responsabili delle strutture universitarie possano leggere questi articoli per accelerare la procedura e prendere in consegna la casa dello studente già realizzata e portare a termine la ristrutturazione dell’ex scuola media Manzoni. Questo ci fa riflettere che viviamo in un mondo strano: chi si sarebbe dovuto rizelare (ovvero i Presidi delle due facoltà universitarie cittadine ed il Comitato studentesco) non l’ha fatto perché è a conoscenza delle difficoltà sono sorte, e chi invece non aveva competenze né notizie, è intervenuto, anche con un sistema puerile, ed omettendo il nome sull’articolo“.