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Progetto Aversa Diversa
 

Attualità
AVERSA / Verbale della riunione degli aderenti all’appello “Con rabbia e frustrazione”

Mimmo Rosato foto.jpg

Rosario Gallone: introduzione e sollecitazione alla discussione

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Gabriele Ferrandino: parlo pur essendo il più giovane. L’invito era per parlare della situazione del territorio aversano. Non sono né di destra, né di sinistra. Sono frustrato nell’impotenza di non poter fare un minimo di raccolta differenziata. Non so come agire da solo. Ho rotto il ghiaccio e passo la parola ad altri.

 

Milena Gordon: la politica è un luogo complesso. Mi ha deluso ascoltare in questi mesi e in questi anni sempre le stesse cose e le stesse facce. Nel momento in cui si vuole produrre qualcosa di incisivo ci vuole un rinnovo radicale a partire dalle persone. In questo Consiglio Comunale sono stati eletti dei giovani già vecchi. C’è sempre qualcuno che li gestisce in modo eterodiretto. Sul concreto, abbiamo la necessità di convogliare nella politica nuove energie. Altrimenti saranno solo parole, parole. E’ scontato dire che siamo stufi, non ci dobbiamo arrendere. Avrei voluto da questa riunione la proposta di un percorso. Io non voglio fare il capo. Il politico, con la sua formazione e capacità,  è sempre importante e penso sia necessario.

 

Rosario Gallone: c’è un modo nel quale delle persone possono studiare ed immaginare una soluzione ai problemi che ci attanagliano?

 

Nino Gravina: sono rammaricato dalla discussione, dal silenzio dei tanti che pur dovrebbero essere arrabbiati se hanno deciso di essere qui stasera. Siamo lo specchio della società, depressa ed impotente, oramai senza neanche più le parole. Sono qui per curiosità e per fiducia nei promotori. Siamo una società senza rabbia, perché saremmo stati arrabbiati se non fossimo stati realmente frustrati.

Se siamo qui è perché è finita qualsiasi attività dei partiti, di discussione nei partiti.

Ricordo l’ultimo evento di mobilitazione e di partecipazione nella vita quotidiana: i rifiuti.

Ci raccontano oggi che quell’emergenza è finita. Ma nulla è finito, la nostra terra è distrutta.

Durante l’emergenza eravamo a migliaia in piazza sotto la spinta dei sacchetti.

Oggi solo pochi lavorano e studiano la situazione drammatica ancora in corso per i rifiuti.

Che ne dite del nuovo bando per la gestione privata dei rifiuti? Pensate che esso sia la soluzione per la nostra città?

 

Angela Di Foggia: mi ha colpito l’incipit “con rabbia e frustrazione”. Chi quotidianamente si guarda intorno e getto un occhio non distratto sulla città vede sporco, vede verde distrutto, alberi abbattuti. Mi aspettavo che tanti che hanno lavorato nell’osservatorio sui rifiuti oggi venissero a ribadire qui la questione e a rivendicare quantomeno il lavoro fatto.

Nella questione rifiuti è cambiata solo una cosa: tutto ciò che era illegale è diventato oggi legale. Molti non avendo più il sacchetto sotto casa non si interessano più alla vicenda rifiuti.

Ma un po’ di coscienza ce l’abbiamo? Vogliamo raccontarci che il problema è risolto quando tutti i giorni muoiono di tumore nostri amici e congiunti?

 

Alessandro Gatto: concordo con Nino: ci hanno scippato la rabbia di dosso. Al di la della banalizzazione della questione rifiuti indotta dai giornali, bisogna ripartire dal basso, con l’obiettivo di proposte concrete che superino lo “stallo” della politica.

Tutti i progetti in campo dormono. L’economia dominante ci impone un modello di consumi inaccettabile: ma potremmo pensare invece a un modello di “decrescita felice”. Partiamo dal basso, fuori dalla chiacchiera di marciapiede. Ognuno di noi facesse delle scelte. Il momento creato in piazza Don Diana con la raccolta differenziata effettuata da volontari e associazioni è stato molto importante nella creazione dell’isola ecologica, l’unica ad oggi esistente, anche se si fa fatica a chiamarla isola ecologica. In quella sede si porta avanti anche una battaglia culturale sulla riduzione dei rifiuti e degli sprechi.

Ecco, dovremmo iniziare tutti un vero percorso verso la riduzione dei consumi. Le forze produttive ed economiche perse nelle continue emergenze economiche non hanno ascoltato le proposte in campo per un consumo sostenibile e ci ritroviamo oggi ancora con provvedimenti di rottamazione, cioè di incentivo ai consumi comunque essi siano. Ad esempio sul territorio i nostri commercianti potrebbero affiancare ai contenitori a perdere il sistema col vuoto a rendere o alla spina, potrebbero costruire un sistema di distribuzione dei prodotti alimentari a km 0, cioè un sistema in cui il produttore ed il consumatore non sono a migliaia di chilometri di distanza.

C’è qualcuno che vuole cominciare? Qualche realtà che voglia operare dal basso?

 

Filippo Cantile: con grande meraviglia vedo in questa sede molti giovani, anche chi non mi sarei aspettato. Grazie. Vorrei svolgere questa riflessione: chi vive questa città in modo vergognoso non sopporta più i cambi di casacca indecenti dei nostri eletti con una rincorsa al carro dei vincitori, con una fretta inspiegabile. Quello che doveva essere il controllo dell’attività amministrativa delle opposizioni è impercettibile. Il PRG: pensavamo fosse una conquista, il fiore all’occhiello della città. Ciò che accade nella realtà è completamente fuori norma, sottotetti, cambi di destinazione d’uso. L’illegalità regna nell’espansione edilizia selvaggia. Per consentire ciò non è mai stato adottato il regolamento edilizio e tutto continua negli abusi.

Voglio chiedere a tutti: per quale motivo il piano urbanistico non viene approvato?

Sarà prima saccheggiata la città e solo dopo si metterà mano a buoi scappati?

Non possiamo illuderci di poter agire da soli, senza partiti. Oggi c’è solo la rincorsa all’occupazione di spazi autoreferenziali dei singoli, al piccolo strapuntino di potere.

Ai politici chiedo: perché il piano urbanistico comunale non va in porto? Perché la città è nelle grinfie indisturbate degli speculatori?

 

Raffaele Ferrara: la politica e le istituzioni stanno portando al degrado assoluto il territorio. Non c’è più un luogo vero di discussione. Tutto è ridotto a interessi individuali, esercizio di potere, scambio di favori, gruppi di potere che si incontrano e si scontrano. Le istituzioni sono piegate alla funzione di ancelle degli interessi, legali e non. La politica è morta. La democrazia è in crisi esiziale. Ritrovarsi senza partito in questa realtà per uno come me, con la sua storia, è una cosa durissima. Alessandro mi piace molto in ciò che dice. L’unica forza da mettere in campo è “orizzontale”. Dovremmo mettere in piedi un percorso di lungo periodo di ricostruzione del tessuto civile e sociale, di una vera rete di relazioni umane. Non ho mai vista tanta bruttezza che ci circondasse. Simbolicamente tutte le piante della città sono state abbattute, con una efficace cattiveria che si fatica a comprendere.

E’ arretrato non solo il dibattito pubblico, ma lo stesso tessuto civile e democratico. Qui dove la camorra è ingombro rilevante gli effetti sono ancora più acuti.

Centrodestra e centrosinistra sono oramai indistinguibili nel governo dei territori. Le opposizioni sono scomparse, gli organi di controllo pure. Rimane solo la magistratura.

In questo clima, tutti salgono sul carro del vincitore. Non conta più il progetto, ma avere accesso al potere e basta.

Se non esiste più opposizione in grado di agire, perché non sollevare una questione di democrazia?

O si organizza una opposizione o si lascia perdere.

Riprendiamo a parlare finalmente nel merito delle questioni.

 

Giacomo Campanile: sono di Casaluce. Sono qui perché i problemi che voi ponete non sono solo di Aversa ma di tutto il nostro devastato territorio. Occorre immediatamente costituire un comitato di allerta civile. Avevo un colore politico forte, una lunga tradizione politica familiare, ma oramai non voto da molti anni. Politici che siano degni di definirsi tali non ne vedo in giro. Solo imprenditori/politici. Siamo in una emergenza ambientale assoluta e tutti gli altri problemi, che pure sarebbero enormi in altre realtà di minor degrado, diventano al confronto quasi irrilevanti.

Operiamo territorialmente per denunciare il disastro che ci circonda.

 

Alessandro Gatto: purtroppo come analisi della serata devo registrare una profonda depressione come non mai in questi contesti. E’ un momento i cui sembra in cui nulla sia più possibile.

Era partito un progetto dell’ASL CE2 sulla diossina, per monitorare il latte delle puerpere. Non si è saputo più nulla. Siamo nel nulla. In questa città regna un silenzio assordante e una depressione dilagante. Non è mai esistita un’opposizione ad Aversa costituita da soli 4 consiglieri. Occorre una completa riconversione culturale. Proviamo a fare cultura sui rifiuti, anche oltre il momento collegiale di discussione. E’ molto bello guardarsi e parlarsi dal vivo, recuperiamo anche questo antico ma efficace modo di discutere tra di noi.

 

Nicola Basile: vedo intorno a me tutti molto ripiegati sul privato. Riproporre percorsi già falliti non mi sembra utile. Mi inibirebbe alla partecipazione anche al prossimo incontro. Riscopriamo i percorsi collaudati cercando di non farli fallire questa volta. Creiamo un gruppo di coordinamento con sottogruppi che scelgono settori di studio e di intervento. E’ inutile arrovellarsi alla ricerca di nuove forme, di inventarci formule nuove. Diciamoci anche con chiarezza che quella di stasera è una iniziativa politica che si colloca in un’area già nota. Rivediamoci e organizziamoci in gruppi e mettiamoci al lavoro. Che politici di lungo corso sostengano tale iniziativa è importante. Il mutismo è probabilmente legato anche alla difficoltà di pensare qualcosa di nuovo. Basta guardare a quello che di buono si è fatto e che ha funzionato.

 

Generoso Rammairone: il blocco di ghiaccio che ci imprigiona bisogna fonderlo. Sarà opportuno vedersi dal vivo, ristabilendo il contatto diretto ed umano. Parlarsi, capire, arricchirsi ed arricchire. Non dobbiamo essere a favore o contro qualcuno, ciascuno mantenga il proprio ruolo, anche nei diversi partiti. E’ a questi che spetta il ruolo di aggregazione di una proposta politica. Noi non riusciamo a fare gruppo. Questo incontrarsi senza pregiudiziale e discutendo di merito ci aiuta in un percorso di rinnovamento. Auto-convochiamoci e misuriamo la società civile di questa città.

Per molto tatticismo il mutismo ha parlato: nessuno è in grado di dare indicazione di come uscire dal fosso che ci siamo scavati con ostinazione e masochismo negli ultimi anni.

L’esperimento di questa sera è riuscito. C’è la volontà di molti di non darla vinta e di non arrendersi, rappresentata quanto meno dall’esserci. Dobbiamo avere altri incontri per sciogliere il ghiaccio e cominciare a guardare il disastro che ci circonda e a trovare le parole e le forme giuste per cominciare a cambiarlo.

 

Vittorio Scaringia: sono stasera l’unico di destra!!! Parecchio di destra!!! Sono venuto per incontrare amici con cui ho collaborato, persone corrette e di buonsenso. Vorrei capire se la riunione è un movimento politico, perché se fosse così sono fuori posto, se è invece un momento di confronto posso proporvi un esempio: io ho sostenuto Ciaramella, li ho votati, ma mi sento tradito e preso in giro. Di tutte le problematiche individuate, non una è stata affrontata o risolta. Per il cittadino medio è difficile controbattere certi atteggiamenti, non è però impossibile.

Ho notificato al Comune la richiesta di incartamenti per i lavori di via Seggio perché ritengo vi siano anomalie. Con i miei consorziati decideremo se procedere contro l’amministrazione. Ritengo che non è interessante se questo è o vuole essere un movimento politico, è interessante invece fare rete con le persone perbene e pulite. Denunciamo insieme tutte le cose che vanno denunciate. Chi governa deve rendere conto ai cittadini. L’assenza di opposizione non è un fatto di numeri: anche un consigliere può bastare. E Rosato è unanimemente riconosciuto come persona perbene ed onesta. Ci aspettiamo una mano da lui sul Siad. I voti in questo Consiglio Comunale nella maggioranza si comprano giorno per giorno, il livello anche culturale è bassissimo, è un consiglio comunale frustrante! C’è un grandissimo senso di impunità di ciascuno che va combattuta. Dobbiamo organizzarci per controllare i nostri governi.

 

Davide Vargas: perché non abolite come commercianti le buste di plastica? È una riassunzione di una etica della responsabilità che parte da noi. Anche se l’amministrazione è inefficiente, vi sono i cittadini che sporcano. Voi commercianti potreste chiedere ai vostri associati di usare meno imballaggi di plastica e contenitori non riciclabili.

Mettiamoci in rete, riacquistiamo una dignità che ci renda credibili, a partire dalla sommatoria di individui responsabili nel quotidiano.

Rimettiamoci insieme ripartendo anche da atti di responsabilità individuale.

 

Conclusioni:

 

Il dibattito, anche e soprattutto nei suoi silenzi ed imbarazzi, ci dice che il percorso è quello giusto, nuovo e necessario. Discutere a partire dal merito, praticare il confronto e la fatica dello studio come strumento fondamentale della politica è un fatto sicuramente “nuovo” per i nostri tempi.

Sono affiorate diverse proposte, di merito e di metodo.

Tocca ora continuare nella costruzione della rete di relazioni. Portiamo fuori di questa sala questa discussione. Nel passa parola, con il telefono, con internet, con le email, con facebook, con tutti gli strumenti che conosciamo, ma soprattutto guardandoci negli occhi.

Lasciamo che da questo dialogo maturino proposte per prossime iniziative, siano esse di discussione o di concreta attività.

Proviamo ad imparare tutti insieme a costruire un nuovo cammino,  orizzontale, gli uni al fianco degli altri.


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