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L’Italia sempre più Patrimonio dell’Umanità Giuseppe Alessandro Ciambrone

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L’Italia, la nazione al mondo che ha il più alto numero di siti di interesse storico, architettonico e naturalistico riconosciuti dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”, ha incrementato il proprio primato in classifica rispetto gli altri paesi.

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L’8 Luglio scorso, infatti, a Quebec City, in Canada, il comitato dell’UNESCO, riunito nella trentaduesima sessione, ho inserito nella World Heritage List, la Lista del “Patrimonio dell’Umanità”, altri 27 siti.

 

Fra questi, i siti italiani di Mantova e Sabbioneta, «eccezionali testimonianze dell’ architettura e dell’ urbanistica del Rinascimento», e la Ferrovia Retica, che attraversa le Alpi tra Italia e Svizzera.

 

Il numero dei siti UNESCO di “casa nostra” così è passato da 41 a 43, e la lista del Patrimonio Mondiale è passata da 851 a 878 siti, di cui 649 a valenza culturale (edifici storici, monumenti, centri antichi di città), 174 a valenza naturalistica e 25 siti misti, con prerogative sia storiche che naturalistiche.

 

Entrano a far parte della lista stilata dall’UNESCO anche il Monte Titano e il centro storico di San Marino, portando per la prima volta la minuscola Repubblica ad ottenere il prestigioso riconoscimento.

 

Tra i paesi che prima d’ora non avevano mai avuto il «bollino» UNESCO, anche l’Arabia Saudita (con il sito archeologico di Al-Hijr), Vanuatu (con le rovine del re Mata) e Papua Nuova Guinea (con il sito di agricoltura preistorica di Kuk).

 

Il riconoscimento dell’UNESCO è di rilevante importanza per diversi motivi.

 

I siti inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità sono tutelati da leggi che ne salvaguardano l’autenticità e l’integrità, attraverso, ad esempio, l’individuazione di aree di tutela dove qualsiasi intervento dell’uomo è sottoposto ad autorizzazioni preventive dagli enti preposti.

 

Inoltre i siti UNESCO ricevono una pubblicità internazionale che attira il turismo culturale in forte crescita ovunque negli ultimi decenni. L’isola delle Galapagos, ad esempio, è passata dai 40.000 visitatori nel 1996 ad i 145.000 nel 2006, dopo essere stata inserita nella lista dell’UNESCO attraendo, fra l’altro, numerose fonti di finanziamenti pubblici e privati, nazionali ed internazionali.

 

 


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