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Progetto Aversa Diversa
 

Attualità
Intervista al comandante dei vigili urbani di Aversa di Rocco Pezzullo (a cura di G. Sparaco)

 Stefano
Guarino, comandante della polizia municipale di Aversa, è stato intervistato
dal nostro inviato, Rocco Pezzullo. La redazione ringrazia il comandante per
l’attenzione e la disponibilità.

 

Comandante, cominciamo subito con i provvedimenti ZTL (Zona Traffico
Limitato). Quali i vantaggi?

 

Per questo provvedimento abbiamo avuto
tante critiche, molto spesso generiche, anche un po qualunquiste che facevano
leva su pochi aspetti in particolare. Quando è partito il provvedimento, so che
ad Aversa c’è stata una sorta di levata di scudi, di proteste e di lamentele ma
adesso se il comune di Aversa decidesse di abolire il provvedimento ZTL ci
sarebbe la protesta opposta. Intanto

>>> 

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un provvedimento deve avere il
tempo di crescere e di affermarsi in modo che la gente si abitui e venga messa
a conoscenza delle zone in cui, magari,  posso passeggiare guardando in tranquillità i negozi.
In queste zone,  comprese per la maggior
parte nell’area  centrale di Aversa, ci
sono anche un buon numero di parcheggi: uno a Via Diaz, l’altro a piazza
Municipio che si può raggiungere da Nord, si sta riqualificando con dei lavori
il parcheggio del parco Pozzi…insomma si sta ancora lavorando per far si che
questo provvedimento decolli.

 

Secondo lei quanto è importante l’educazione stradale? Il cittadino non
rispetta le norme perché non le conosce o perché c’è un’inciviltà e un
menefreghismo di fondo?

 

Nell’immediato, voglio essere
anche provocatorio, non rispettare una regola è il modo più semplice e veloce
per fare una cosa allora io vado contromano perché impiego meno tempo per
raggiungere la mia meta; ma, naturalmente, la strada più breve non è sempre la
migliore e soprattutto devo pensare che ad Aversa non esisto solo io che faccio
quello che voglio.

Molte volte mi è capitato di fare
controlli in orari diversi dal solito e mi rendo conto che ci sono persone le
quali fanno delle cose assurde semplicemente perché pensano che non ci siano
controlli. Ti rendi conto, allora, che nella maggior parte dei casi la gente
rispetta una regola perché teme una sanzione. Io credo che la cosa che ci
qualificherebbe come un popolo civile sia il fatto di rispettare le regole in
quanto tali ma, più di tutto, che queste norme vengano interiorizzate. Le
persone dovrebbero capire che le regole sono finalizzate ad una convivenza sana
tra cittadini. Vi porto in merito un esempio. Quando venni qui ad Aversa,
chiesi ai miei colleghi quale fosse la lamentela più comune e – non ci
crederete – ma la maggior parte delle volte – mi risposero – il cittadino
chiama perché degli estranei hanno parcheggiato l’auto davanti al suo portone
ed è impossibilitato ad uscire di casa. Naturalmente la causa che ha portato
quel cittadino a parcheggiare l’auto ostruendo un passaggio privato, non è
certo la non conoscenza delle regole ma è arroganza pura!

 

Nel vostro lavoro, quando vi trovate per strada, cosa vi spinge a far
si che le cose vadano secondo la legge? Il senso del dovere o una sorta di
affetto paterno verso il cittadino?

 

Dico sempre che noi ci possiamo
trovare di fronte a una persona maleducata, ma non ci possiamo mai permettere
di essere maleducati. Di fronte a queste persone, però, ci vuole una pazienza
certosina e una calma particolare. Il lavoro pubblico, soprattutto quello dei
servizi di Polizia, è a forte rischio stress perché in quello che fai – di solito
noi facciamo contravvenzioni –  vieni
sempre contestato. Credo però che chi fa questo lavoro deve avere un minimo di
vocazione perché molto spesso il lavoro diviene un ripiego ma qui bisogna avere
la predisposizione e la voglia di lavorare per far si che il mestiere diventi
più piacevole.

Io vorrei mettere, se riesco, nel
mio lavoro e in quello degli altri, il senso di responsabilità, il senso di
rispetto, il senso del dovere. Quando sono stato negli Stati Uniti e ho
visitato la stazione di polizia americana, che è l’equivalente della polizia
municipale italiana, mi colpì la scritta che portano sulle loro auto: “Noi
serviamo il nostro Paese”. Credo che la stessa cosa valga per noi. Anche se
abbiamo molto da imparare.

 

Adesso passiamo al concreto: il 25 Aprile ci sarà ad Aversa la GRV (Giornata Regionale
Vocazionale). Come pensate di rendere al meglio il vostro servizio per
accogliere i giovani della regione ?

 

Intanto abbiamo fatto
preventivamente un incontro con il Vicario Generale don Paolo Dell’aversana.
Anche questa è un occasione per esercitare il principio del servizio  e per cercare di far fare “bella figura” alla
città. E’ un luogo comune che il vigile sia il biglietto da visita della città
quindi noi vogliamo ospitare al meglio queste persone dando ospitalità,
facilitando l’afflusso in città e rendendo più comoda possibile questa
permanenza di una giornata  ad Aversa.
Stiamo già lavorando per migliorare la segnaletica stradale, avremo del
personale sui punti cruciali, per esempio a via d’Aragona dove ci sarà un
parcheggio, e a Piazza Trieste e Trento… Insomma, faremo del nostro meglio.

 

In qualità di autorità civile che serve lo Stato e lavora per il bene
delle persone, in che modo un cittadino può combattere l’illegalità? Sia chiaro
che non sto parlando solo della grande illegalità  quale può essere la Camorra, ma di quella che
ci si presenta di fronte nel nostro vissuto quotidiano.

 

Sono convinto che non si può
chiedere ad un cittadino di essere un eroe. Il cittadino faccia il “cittadino”
e curi la propria città. Io chiedo una cosa molto semplice: “Non fare finta di
non vedere”. Questo atteggiamento lo si vede nelle piccole cose: tante volte mi
sono trovato di fronte a persone che manifestano il loro impegno nel dire, per
esempio, al ragazzo di non distruggere la pianta appena installata e,
naturalmente, poi, essi, di fronte alla maleducazione di questi giovani, si
ritirano in un atteggiamento di lassismo con la classica frase:” Ma chi me lo
fa fare!”. Io credo che la spinta per adoperarci per il bene della nostra città
ci viene data dal desiderio di vivere in una società civile, dalla volontà di
offrire ai nostri figli una città migliore. Non far finta di non vedere
significa non certamente fare l’eroe ma rivolgersi alle forze dell’ordine. A
noi non interessa neanche una città di spie ma semplicemente dei cittadini che
amino realmente il loro paese e amare la propria città significa anche
difenderla. C’è bisogno di persone attente che denuncino le illegalità in modo
tale che le forze dell’ordine possano intervenire prontamente.  Noi vogliamo essere uno strumento per i
cittadini che curano e amano la propria città.

 

Certo che però, dobbiamo anche dire che molte volte non si espongono
denunce anche perché aleggia tra le persone una sfiducia nelle autorità…

 

Ma io a queste persone chiedo di
metterci almeno alla prova.

 


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