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Festival Cimarosa 2009 – Il credito di Cimarosa e…prospettive gastronomiche* Vito Russo

IMAG0006.JPG La SIAE, società che tutela ed elargisce diritti agli autori, nel ‘700 non c’era e le finanze dei musicisti, servi privilegiati in quel periodo, dipendevano dall’umore degli aristocratici ricchi; Cimarosa fu un privilegiato fra i privilegiati finchè non incappò nell’incidente: erano tempi incerti per le monarchie e la sua scelta per la Repubblica Partenopea del 1799 gli fu fatale. Finiti i privilegi, dopo aver rischiato la pena capitale, somatizzò, sembra, l’enorme dolore dell’esilio e morì a Venezia lontano da Napoli e da Aversa. Le sue ossa sono andate disperse e rimangono le sue note apprezzatissime da  esponenti dell’intellighenzia dell’800 ma che non gli hanno prolungato quella popolarità di cui godono tanti musicisti del suo livello. Goethe, fra i suoi grandi estimatori, si dedicò alla traduzione dell’Impresario in angustie, opera prescelta per la inaugurazione della stagione teatrale di Weimar; Stendhal, anteponendolo a Mozart ed a Shakespeare, lo incluse nel proprio epitaffio fra i prescelti adorati dalla propria anima. >>>

Eduard Hanslik, (1825-1904) autorevole ed indiscusso critico musicale e musicologo austriaco, sostenne che nell’opera di Cimarosa “c’era qualcosa di più alto e decisivo che la tecnica“.

 

Le distrazioni, o ignoranze prolungate, non mancano nella storia della musica; penso a Bach, trascurato dopo la sua morte, all’impegno ed al successo di Mendelssohn nel proporlo dopo 100 anni e… penso e confermo: non è mai troppo tardi.

 

Cimarosa ha in questi ultimi tempi recuperato un po’ di credito nell’immaginario collettivo; potrebbe essere un momento buono per prestare orecchio al suo talento ed inorgoglirsi di aver avuto fra gli italiani illustri un aversano noto nel mondo.

 

La musicoterapia, in espansione verso la new-age,  propone per i suoi pazienti, musica del ‘600, il barocco di J.S. Bach e del ‘700, il classicismo di Mozart, Haydn, Cimarosa. Quindi le sonate di Cimarosa sono proposte rilassanti, terapeutiche… che non si possono rifiutare.

 

Ultima considerazione; volendo ispirarsi alla città di Salisburgo, altrettanto ingrata e forse di più verso Mozart, ora ghiotta consumatrice e venditrice di cioccolatini penduli, perché non proporre dopo le “palle ” di Mozart la parte “là dove non batte il sol  e cioè le  natiche” (meglio se in dialetto… ‘e pacche) di un adiposo e naticuto Cimarosa con una composizione questa volta non musicale ma benaugurante, di due belle mozzarelle vicine… due  prodotti nostrani ed appetitosi?… Pensate anche all’asprinio?… Fermiamoci qui.

 

* Articolo già pubblicato su il nuovo L’Eco di Aversa cartaceo


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