“Cimarosa suscitò l’estro di molti scrittori. Chi, come il Conforti, lo definì ‘candido e puro fiore del genio’; chi, come il Di Giacomo, lo ricordò con viva ammirazione nell”Arietta all’antica’; chi, come il Fogazzaro, ne esaltò l’ineffabile sorriso e la casta semplicità; chi, come Francesco Pastonchi, trovò, nel confrontare Wagner e Cimarosa, ‘Ben m’è più dolce l’onda che deriva / Dalle tue melodie semplici e piane / Nativamente fresca, o Cimarosa’… Antony Deschamps definì: ‘Le divin Cimarose – le gai Napolitain à la bouche de rose’, il gaio aversano dalla bocca di rosa. >>>.
Lo Stendhal, ascoltando a Novara ‘Il matrimonio segreto’, ebbe la rivelazione di ciò che può essere ‘le bhoneur de vivre’, la gioia della vita. L’epigrafe, da lui stesso dettata, conferma la devota ammirazione per il compositore aversano: ‘Arrigo Beyle – milanese – visse scrisse amò – quest’anima – adorava – Cimarosa Mozart Shakespeare -‘” (Domenico Coppola, Aulica memoria a cura di Clara Pulizzi Coppola, Città di Aversa). “Delacroix preferiva Cimarosa a Mozart; Stendhal affermò che avrebbe preferito essere inforcato anziché dover scegliere il migliore dei due; Goethe diresse varie interpretazioni de ‘Il matrimonio segreto’ … creò un’Opera con frammenti di musica di Cimarosa e di Mozart”, “nel suo Italienische Reise (Viaggio Italiano), elogia il gran senso dell’umorismo” dell’aversano (Yago Mahugo Carles) nonché “si dedicò alla traduzione de ‘L’impresario in angustie’, opera prescelta per la inaugurazione della stagione teatrale di Weimar… Eduard Hanslik (1825-1904), autorevole ed indiscusso critico musicale e musicologo austriaco, sostenne che nell’opera di Cimarosa ‘c’era qualcosa di più alto e decisivo che la tecnica’. La musicoterapia, in espansione verso la new-age, propone, per i suoi pazienti, musica del ‘600, il barocco di J. S. Bach, e del ‘700, il classicismo di Mozart, Haydn, Cimarosa.”. (Vito Russo)