Il grande scrittore sudamericano, non nuovo alla saggistica politica e al reportage da territori di guerra, ha pubblicato nel 2006 (ma in Italia è uscito alla fine di marzo 2009) una disamina di agile e interessante lettura sullo stato attuale della questione israelo palestinese. L’autore ha passato diverse settimane a più riprese in Israele, a Gaza e in Cisgiordania dove ha incontrato molte persone comuni, politici di spicco, intellettuali: da tutti ha cercato di capire quale piega stia attualmente prendendo il conflitto, in particolar modo dopo che gli Israeliani nel 2005 hanno abbandonato la striscia di Gaza e dopo che, da una parte e dall’altra, sembrano prender sempre più piede le destre e i movimenti estremisti, religiosi e fanatici. Il titolo del libro è infatti, significativamente, Israele Palestina: pace o guerra santa. >>>
>>> Vargas Llosa ci fa stare vicino a coloro che ogni giorno soffrono per la presenza del muro che separa Israele dalla Cisgiordania, a coloro che manifestano per la pace (Israeliani e Palestinesi) sfidando i soldati israeliani, ai coloni Ebrei religiosi ortodossi senza incertezze, ai fanatici di Hamas che sono pronti a farsi esplodere per ottenere il paradiso, la ricompensa per i martiri.
Con una prosa chiara e semplice, ma vivace e avvincente ci guida in questo mondo così variegato e complesso dinanzi al quale l’autore stesso non prende -giustamente- nette posizioni, pur senza nascondere nulla, senza occultare la realtà nella sua crudezza. Il quadro che ne esce non è particolarmente ottimista e fiducioso nel futuro e credo che se il libro fosse stato scritto dopo quest’ultima guerra di Gaza e dopo le ultime incredibili, rocambolesche elezioni politiche in Israele, il giudizio sarebbe ancora più sconfortato e desolante.
Il testo è leggibile anche da chi non abbia una sicura e approfondita conoscenza della storia del conflitto, tuttavia sono inevitabili alcuni richiami a situazioni, momenti e personaggi che non sono necessariamente noti a tutti. Pertanto, a chi fosse desideroso di accostarsi con maggiore competenza a tale storia, consiglio la lettura o, almeno, la consultazione di Palestina, un ottimo testo introduttivo, chiaro e completo scritto da Alberto Stabile, inviato di Repubblica in Medioriente.
Perché leggere il libro di Llosa? Anzitutto perché la questione israelopalestinese va ben oltre il suo luogo di origine: Israele e Palestina sono grandi come il nostro Piemonte, ma ciò che succede lì ha ripercussioni in tutto il mondo, non solo quello mediorientale, tanto è vero che molti sostengono che se si troverà una soluzione per Gerusalemme e per il conflitto, si troverà la pace per il mondo intero! Ne consegue che è quasi una nostra necessità -oserei dire quasi un dovere- conoscere questa realtà di cui spesso ci arrivano solo lontane eco.
In secondo luogo un approccio non di parte a questa questione, uno sguardo bifocale, che tenga conto delle ragioni e dei torti dell’uno e dell’altro popolo, è altamente educativo per noi che tendiamo sempre a semplificare ogni cosa, a vedere solo il bianco e il nero, a stabilire con supponente arroganza dove sta il bene e dove il male; per noi che spesso rifuggiamo da quella che, tuttavia, è la categoria chiave del nostro mondo di oggi: la complessità.