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Salute
I disturbi del tono dell’umore: malattie del secolo Carlo Jovine, professore dottore

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Dagli ultimi decenni del 1900 a tutt’oggi assistiamo ad un progressivo aumento dei disturbi del tono dell’umore; si pensi che si stima che 4 italiani su 10 ne siano affetti, intendendo per disturbi del tono dell’umore sindromi ansiose, depressive, maniacali, disturbi bipolari ecc., tralasciando le patologie psicotiche. Tali patologie colpiscono in varia misura, diverse classi di età che vanno dai giovani fino agli anziani. Per ciò che concerne la depressione, in particolare nell’anziano, questa è una malattia caratterizzata da un alterato tono dell’umore che si manifesta con malinconia, tristezza, facile tendenza a piangere, apatia, tendenza ad isolarsi dal resto del mondo, perdita di interesse per le cose abituali, insonnia. >>>>

Colpisce, secondo ultime statistiche, il 20% della popolazione anziana, intendendo, per anziani, ormai soggetti che hanno superato i 70 anni. Secondo l’Italian Longitudinal Study on Aging (ILSA), l’anziano italiano è il più depresso d’Europa: sono più depresse le donne, 58%, degli uomini, 34%, oltre i 65 anni. Lo studio ha seguito 5636 anziani per 13 anni, distribuiti in 8 città: Milano, Genova, Padova, Firenze, Fermo, Bari, Napoli e Catania. Gli anziani italiani sono i più depressi perché perdono presto il ruolo dominante nella famiglia, vivono in solitudine e spesso con disabilità. Risulta inoltre che altro motivo importante è dato dal fatto che gli anziani italiani si sono raramente preoccupati di gestire il tempo libero in previsione della pensione e in pochi hanno un hobby; inoltre la società italiana a differenza di quella nord europea, fa poco per coinvolgere gli anziani in progetti sociali,  mentre la Vecchiaia dovrebbe essere considerata un momento della saggezza, e anche della creatività. Lo psichiatra Kuiper, ammalatosi lui stesso di depressione, nel suo libro: “Oscuramento dell’anima” così descrive la sintomatologia della depressione:

Al posto della gioia di vivere subentra una disposizione di umore terribilmente opprimente, come quella in cui si trova una persona che abbia perso qualcuno che ama. Il mondo perde i suoi colori, tutto diventa grigio, nel peggiorare dei casi si maledice la propria esistenza e il giorno della propria nascita. Molto spesso a questo stato si aggiunge una angosciosa paura che può aumentare fino al panico che è insopportabile. Insorgono disturbi del sonno e non si ha più appetito; poiché non si ha desiderio di nulla, non si riesce a fare nulla, è come se si fosse trattenuti da una forza invisibile e si sente il peso della vita.

Goethe, nel Faust atto V, così recita:

Quando ho qualcuno in mio potere il mondo gli diventa inutile,

su lui cala buio eterno,

sole non si alza né tramonta.

Ha perfetti i sensi esterni

ma tenebre intime lo abitano;

e di tutti i tesori non sa come prendere possesso.

Fortuna e sfortuna diventano fantasie per lui,

lo rode nell’abbondanza l’inedia

e sia delizia sia tormento,

qualunque cosa rimanda a domani.“.

E Kafka, dal Diario, 4-12-913:

Morire non significherebbe niente altro che aggiungere un niente al niente, ma ciò sarebbe impossibile per l’emozione, infatti come ci si potrebbe aggiungere anche solo come niente con consapevolezza al niente, e non solo ad un vuoto niente, ma ad un niente fragoroso la cui nullità esiste solo nella sua inconcepibilità.“.

Baudelaire, Spleen, strofa I e II:

Quando come un coperchio il cielo pesa grave e basso

sull’anima gemente in preda a lunghi affanni,

e quando versa su noi, dell’orizzonte tutto il giro

abbracciando, una luce nera triste più delle notti;

e quando si è mutata la terra in una cella umida,

dove se ne va su per i muri la Speranza

sbattendo la sua timida ala, come un pipistrello

che la sua testa picchia su fradici soffitti.“.

Tanto premesso, esaminiamo i PRINCIPALI FATTORI DELLA DEPRESSIONE in generale e nell’ANZIANO che possono così riassumersi:

– Isolamento sociale -solitudine

– Invalidità e dipendenza dall’aiuto di altre persone

– Diminuzione delle risorse economiche

– Perdita del proprio status sociale

– Perdita del lavoro

– Esperienze di lutto

– Cattivo adattamento alle malattie

– Cattivi meccanismi di difesa dall’angoscia della morte

– Secondaria a patologie organiche

Malattie a carico del SNC: tumori, Parkinson, traumi cranici, demenze

Cause endocrine: Ipotiroidismo, M. di Cushing

Cause infettive: Aids

Cause Autoimmuni: Lupus, artrite reumatoide

– Secondaria a farmaci

– Predisposizione biologica

Nei su citati fattori l’anziano vive un evento stressante di fronte al quale non riesce a mettere in atto nessun meccanismo di difesa. La reazione psicologica disadattiva provoca la comparsa di un quadro depressivo reattivo o secondario. Ciò non vale quando la depressione è causata da patologie organiche.

I sintomi che caratterizzano uno stato depressivo nelle persone in età avanzata sono per lo più gli stessi che si manifestano nelle persone più giovani, anche se predominano disturbi di tipo ipocondriaco e disturbi della memoria. Ricordiamo:

A) Sintomi fisici:

– Preoccupazione per le proprie funzioni vitali (digestione, evacuazione, diuresi) fino a sfociare in veri e propri deliri ipocondriaci.

– Senso di debolezza al minimo sforzo

– Cefalea gravativa

Palpitazioni

– Dolori

– Vertigini

– Senso di mancanza del respiro

– Insonnia

B) Sintomi psichici:

– Facile tendenza a commuoversi e piangere

– Apatia e tristezza vitale

– Sentimento del non sentire e di perdita della speranza

Ansia con stato di allarme e sensazione di pericolo imminente riguardo la salute sua e dei familiari, la situazione economica, gli spostamenti.

– Disturbi della memoria, confusione mentale, disorientamento (diagnosi differenziale con quadro demenziale).

– Rischio suicidario

La Terapia della depressione può oggi avvalersi di un attacco a più livelli. In primis la terapia farmacologica con nuovi farmaci dopaminergici, e serotoninergici ed altri che riescono in un alta percentuale di casi a sradicare i sintomi negativi restituendo una qualità di vita buona. Inoltre è necessario un appoggio psicologico e nei casi più giovani anche psicoterapeutico al fine di prendere coscienza e consapevolezza delle cause che determinano la depressione e quando possibile e poterle anche rimuoverle.


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