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Progetto Aversa Diversa
 

Letteratura | Pittura | Fotografia | Musica | Cinema | Teatro
“Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti Maria Luisa Coppola

Un giorno.jpg

Il titolo del film è suadente, decido di vederlo. E’
la storia di Augusta, una giovane donna che lascia una tranquilla vita borghese
a Trento, per ritrovare se stessa, dopo un periodo di disorientamento.  In compagnia di suor Franca, una missionaria
amica di sua madre, si reca in Amazzonia presso una comunità che sostiene le
povertà di una favela. La vita è dura, le abitudini spartane ed essenziali  modificano completamente il suo stile di
vita, la protagonista comprende che quella parte di mondo è ricca solo per la
natura, lussureggiante, esuberante, per i tramonti magnifici sui grandi specchi
d’acqua del Rio delle Amazzoni. >>>continua>>> 


Tutto il resto è povertà assoluta, degrado umano: si
vendono bambini per pochi spiccioli, mancano il lavoro e le sicurezze, ma c’è
il senso della fraternità di un popolo che mal si adatta a lasciare le favelas
in cambio di una casa popolare. Augusta comprende che la maternità non è solo
una gioia personale, ma il piacere di rendersi utile nei confronti di bambini
svantaggiati ma belli come tutti i bimbi del mondo, si rende conto che il
silenzio aiuta a scavare nell’anima le ragioni del male interiore, che la
bellezza della natura è un immenso dono di Dio. Il film racconta la vita della
comunità brasiliana meno conosciuta, non quella del carnevale e dei ricchi
uomini d’affari, ma la triste esistenza di persone qualunque che ogni giorno
cercano di sopravvivere, rischiando la schiavitù, i traffici illeciti, le
miserie : è quella popolazione che maggiormente viene curata ed assistita dai
missionari, dai benefattori che in silenzio compiono grandi opere per il bene
comune. Una realtà che l’Occidente del mondo non vuole vedere, ma che esiste; è
lo scandalo di questo ventunesimo secolo che mercifica la persona umana ed è
nemico della pace. Il film mi è piaciuto e molto poiché ha rappresentato con una
storia attualissima, il grande inganno di questa nostra vita e, cioè, ritenere
che il possesso materiale è l’unico obiettivo da raggiungere, dove conta il
superfluo e si fa a meno del necessario, temendo il giudizio degli altri e non
cercando in nessun modo la condivisione. Il regista ha conciliato un contenuto
forte e profondo con  immagini stupende della
natura brasiliana per proclamare una grande verità: per essere felici, non
abbiamo bisogno di tante cose, ma di veri sentimenti. 


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