Leggo su
Corriere.it che: “A fornire dati
sull’occupazione troppe agenzie diverse. Ma la querelle sui numeri è
soprattutto figlia di una ripresa che, nonostante il Jobs act, non è ancora
iniziata” (Dario Di Vico). Si tratta di una diagnosi che chiunque vive coi
piedi per terra può confermare. E, quindi, di una diagnosi oggettiva. >>>>
Senonchè riapri, qualche giorno dopo, lo stesso
Corriere.it e leggi affermazioni, provenienti da chi ha il “comando” (almeno
formale) del Paese ed occasionate dalla Expo, che suonano da autentica
propaganda. Se non da vera e propria presa in giro dei comuni cittadini che,
ogni giorno, alzano la saracinesca e combattono contro una crisi voluta e ben
orchestrata da poteri assai superiori ai poteri di chi “comanda” (formalmente)
il Paese. Leggo, difatti, il Presidente della Repubblica affermare che: “siamo al punto di svolta“. E il Presidente
del Consiglio addirittura affermare, udite, udite!, che: “l’Italia s’è desta“, che: “Oggi
/_ – con la inaugurazione della Expo – _/ si
apre un nuovo ciclo. È il segno che l’Italia riparte“. Incredibile da ascoltare e sopportare,
tutto questo. Possibile che le Istituzioni attuano secondo i criteri della comunicazione mediatica e sulla base di questi ci dipingono costantemente, a slogan, una
realtà che non c’è? Possibile che noi, popolo, siamo così poco reattivi ed
accettiamo in silenzio, giorno dopo giorno, un simile modus operandi senza nulla dire? Soprattutto oggi, festa del Lavoro
che non c’è o che, se c’è, è senza tutele e affidabili prospettive di lunga durata?