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Speciale | Vito Russo: un Grande Aversano Antonio Santi

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La morte di Vito Russo
mi ha spiazzato. “Ma, come, dovevamo
vederci… a Roma o ad Aversa… ed ora?
“. In un momento, mille pensieri:
focalizzi la notizia; ti rendi conto che è vera; ripercorri alcuni momenti che,
evidentemente, ti sono rimati impressi; sopraggiungono, poi, altri ricordi; ti
chiedi come è possibile; riascolti la voce che riaffiora alla mente, forse di
una delle tante telefonate; ti prende il rimorso di non essersi incontrati per
i soliti problemi e, cioè, i troppi impegni, la perenne fretta, il tempo che
manca…  
>>>>

Ho voluto un gran bene a Vito (e glielo ripetevo ogni volta),
l’ho fortemente stimato sotto ogni profilo, umano, culturale, musicale,
professionale (mi riferisco all’insegnamento). In una parola, per l’apertura di
mente, dote assai rara tra gli aversani. Il primo evento che l’associazione
Gaetano Parente, il nuovo L’Eco di Aversa e Palazzo Parente organizzarono fu un
concerto della PrimaVera Band, un gruppo musicale nato dal cuore
dell’insegnante e musicista Vito Russo e formato da alunni della scuola Media
Statale Gaetano Parente. Fu allora che il mio rapporto con Vito nacque. Per poi
proseguire negli anni. Successivamente le sopra dette tre entità organizzarono
una settimana dedicata a: “L’avventura del Volontariato” e, in quest’ambito,
Vito Russo tenne un suo concerto con grande partecipazione di pubblico e
successo. Diversi, poi, sono stati gli articoli che Vito ha scritto per il
nuovo L’Eco di Aversa, alcuni successivamente riportati anche in
www.festivalcimarosa.it.. L’aspetto che più mi ha colpito di Vito è come ha insegnato
una materia non facile ad alunni non “vicini” alla Musica. Il mondo degli
insegnanti – che svolgono una funzione-missione fondamentale tanto per
l’Individuo quanto per la Collettività – mi risulta composto in minima parte da
appassionati e competenti. Vito era tra questi pochi. Mi ha sempre colpito
l’idea della PrimaVera Band. Conduce al Sistema Abreu. Un Sistema che vuole
dare un senso della Vita differente ai ragazzi ed ai giovani. E toglierli dalla
strada o da cattive compagnie o da situazioni familiari complesse, da, in sintesi,
un’esistenza senza Speranza. Dal lasciarsi sopravvivere. Non so quanto Vito sia
stato aiutato dai Sistemi intorno a lui. Di certo il professore-musicista
avrebbe dovuto essere aiutato assai di più. Comune e Scuola avrebbero dovuto
sostenere mille volte di più un Uomo del genere. Che, oltretutto, era buono,
onesto, semplice. Altre doti assai rare. E’ certo che i Grandi sono pochi e
buoni, onesti, semplici. Non si danno arie, non cercano il protagonismo, non
hanno bisogno di “conferme”  perché sono
dotati, in re ipsa, di ragionevole autostima. La figura di Vito ed i Suoi
insegnamenti devono essere ricordati. Non devono scivolare nel dimenticatoio
come sovente avviene per i Grandi i quali sono anche “scomodi”. Io credo che la
miglior dimostrazione di affetto e stima verso Vito Russo sia dedicare a lui
uno “Speciale” de il nuovo L’Eco di Aversa-www.ecodiaversa.com. Uno “Speciale”
ampio, completo. Che lasci il Segno. Per questo dateci qualche, dobbiamo,
difatti, ripercorrere gli archivi e rintracciare i Suoi contributi. A tra poco,
allora. Grazie infinite, Vito. Sei stato un Grande. Come pochi.


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