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Cultura | Storia
Le Corbusier e noi Carlo De Cristofaro

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Si è tenuta l’11 dicembre 2015, presso l’aula Gioffredo del Dipartimento di Architettura di Napoli (DIARC), una giornata di studi dedicata a Le Corbusier, curata da Fabio Mangone e Alessandro Castagnaro, finalizzata a celebrare il cinquantesimo anniversario della scomparsa di uno dei maggiori esponenti del Movimento Moderno nonché a far luce sugli studi che, in questo lasso di tempo, sono stati apportati, a riguardo, dalla scuola napoletana. L’evento si è strutturato in una serie di momenti apparentemente interdipendenti, aperti dal saluto del rettore dell’ateneo fridericiano Gaetano Manfredi, dal presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Piero Salatino, dal direttore del DIARC Mario Losasso e dai rappresentanti dell’Ordine napoletano degli architetti. A seguire i due curatori hanno introdotto e moderato le lectio magistralis di Renato De Fusco e Cesare de Seta. Nello specifico il primo ha sottolineato il carattere pioneristico dei primi studi sulle opere dell’architetto svizzero, in un periodo storico in cui a Napoli dominava la cultura accademica. Il loro valore aggiunto stava nell’universalità dei propri punti di riferimento. De Seta si è invece soffermato sulle ostilità, nei confronti di Le Corbusier, generate dal suo proporsi ai regimi totalitari. In ciò non va scorta nessuna simpatizzazione verso di essi, poiché la poetica lecorbusiana è stata sempre animata dal desiderio di rendere l’Uomo libero sulla scorta dell’illuminismo roussioniano. A seguire gli interessanti apporti di Gabriella D’Amato, Paolo Giardiello, Alfonso Morone e Roberto Serino. Nel primo caso segnaliamo l’originale raffronto tra la figura del maestro e quella della coeva Coco Chanel. Entrambi hanno, infatti, rivoluzionato il paradigma del proprio campo d’applicazione per migliorare la qualità della vita. Nel contributo di Roberto Serino si traccia, invece, il riferimento all’alloggio minimo, topos della modernità, attraverso lo studio della Petit Maison realizzata dal nostro per i suoi genitori sul lago di Ginevra. In essa scorgiamo sia un’istanza protettrice, che una finestra sulla contemporaneità. A conclusione gli interventi di Roberta Amirante, Pasquale Belfiore, Gemma Belli, Vito Cappiello, Lodovico Maria Fusco, Orfina Fatigato, Carmine Piscopo e Marella Santangelo. Di questi ultimi segnaliamo, in particolare, il testo della Fatigato intitolato Napoli est réussi. Il ritorno in Occidente di Le Corbusier, edito dai tipi di Officina, in cui, attraverso una ricca documentazione iconografica, si riportano le tappe del viaggio di Le Corbusier a Napoli del 1911. Un diario di borgo quello del maestro, ma anche di formazione e testamento ideologico, il quale sarà proprio terminato a Napoli in quegli stessi anni e pubblicato soltanto postumo nel 1966.



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