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La mia posizione in politica Antonio Santi

 

Gentile Masina Palmieri, rispondo, anche se con un po di ritardo (e me ne scuso), al Suo intelligente post apparso, qualche giorno fa, sulla mia pagina FB. In tale spazio riferiva che “non mi è chiara la sua /_ – mia – _/ posizione nei confronti delle idee politiche rappresentate in Parlamento” ragion per cui sarebbe indotta “a pensare che” io “sia tra i molti italiani che non vogliono prendere alcuna posizione” in politica. Credo di poter affermare che la mia “posizione” non è chiara perché durante tutta la mia vita non ho mai sposato “appartenenze” di sorta e ciò nella convinzione, rimasta immodificata, secondo cui nessun partito o movimento o gruppo o ideologia o credo sia “perfetto” e cioè privo di incoerenze, buchi neri, errori, cadute, involuzioni. Dimostra l’assunto la perenne tangentopoli che ha riguardato e riguarda tutte le “idee politiche rappresentate in Parlamento”, incluso una arrogante e presuntuosa sinistra che continua a sbandierare (forse oggi un po meno di prima) una presunta “diversità” morale (sic!).

Ciò vale anche per le ideologie. Come, ad esempio, fascismo e comunismo. La moda ed i media hanno provato e tuttora provano (soprattutto nell’attuale era Salviniana) ad “imparare” alla gente che fascismo uguale orrore ma non anche che comunismo uguale orrore. Oppure che sovranismo uguale orrore ed europeismo uguale solidarietà, unione, condivisione. Vede, è mia convinzione che il male non sta mai da una sola parte come il bene e che, quindi, è nostro doveroso compito quello di individuare, di volta in volta, secondo la scelta concreta da effettuare in un dato momento storico, dove si “colloca” il bene. E ciò nonostante la premessa che la Verità è sempre soggettiva e, quindi, probabile onde ognuno, per tutta la vita, è figlio delle sue improbabili Verità. Ma questa relatività non deve impedire di scegliere, di dire la nostra ma sarà assai più sano ed onesto dire, affermare senza gli obblighi di fedeltà e di obbedienza imposti dall’”appartenenza”. Non so perché ma ultimamente ritengo insopportabile il PD (che io ho ribattezzato PartitounicodiDestra). Era, il PD, un partito di sinistra e la gran parte dei suoi “tesserati” (ecco il concetto di “appartenenza”…) erano ex comunisti, si pensi, ad esempio, a Napolitano, Veltroni, D’Alema, Fassino e via discorrendo. E’, poi, divenuto, il PD, partito di destra pura e semplice, di destra ben oltre Berlusconi (al governo intralciato con ogni mezzo), così di destra da realizzare, in un attimo,  il capitalismo con poche, inconsistenti regole secondo l’impianto e gli “ordini” (i famosi compitini…) imposti dall’attuale UE al cui comando sappiamo essere i generalissimi che hanno annientato la Grecia e cioè banche, banchieri, derivati, F.M.I., euro. Ed allora, Le chiedo, dove è finita la coerenza di un partito di sinistra? La coerenza degli ex generali comunisti (quelli di “Avanti popolo…”, con la “falce e martello” spiegata al vento)?  Dove trovavasi l’una e gli altri ai tempi dello Jobs Act? E che dire, passando ad altro versante, della Santa Romana che, da un lato, si permette di tuonare in tema di famiglia (area di pertinenza di Cesare) e, dall’altro lato, è gravemente afflitta dal problema della pedofilia che, oltretutto, ha cercato di insabbiare vergognosamente? Allora, mia gentile Masina, non si tratta di non voler prendere  posizioni ma di restare liberi, autonomi, indipendenti e di volta in volta, a secondo del tema in gioco e della situazione di fatto di un dato momento, scegliere la soluzione A o la soluzione B. Senza, si badi bene, che la scelta della soluzione A o B oggi, ora mi costringa a fare la stessa scelta domani e pure dopodomani per ragioni d’”appartenenza”. La mia famiglia mi ha insegnato la libertà di pensiero e da tale insegnamento non mi discosto. E mi ha anche insegnato che sono cittadino del Mondo e che il caffè espresso o la pizza non sono dogmi assoluti e indiscutibili ma solo una delle tante possibilità. In passato importanti aziende mi hanno chiesto di “portare” il mio studio accanto alla loro sede legale se non dentro ma non ho mai accettato perché ho sempre voluto lasciare aperta la porta dell’”arrivederci e grazie”. Manca agli uomini il coraggio della libertà. Della coerenza. Della manifestazione d’idee slegata da tessere, amicizie, vicinanze, contiguità, parentele (anche queste ultime costringono ad “accettazioni” forzate, ipocrite, false). Della solitudine. Del me la devo cavare io, con le mie forze. Si preferisce, di regola, l’”appartenenza”, la tessera. Evidentemente danno sicurezza. Anche l’uccello in gabbia mangia ogni giorno ma non conoscerà mai distese senza fine e sempre nuove.


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