
Imma Migliaccio, aversana di adozione, con lucida follia sceglie di non esercitare la professione di avvocato per dedicarsi a una 'più giusta causa', la sua azienda agricola: 4 ettari di terra a ridosso della zona del Massico. Esporta all'estero, come ad esempio, in Germania e Lussemburgo, superando con successo le difficoltà nate con il fatto che la Campania è tutta erroneamente confusa con la terra dei fuochi.
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A livello nazionale e locale, si occupa di ristorazione con una linea d'appeal per i gourmet italiani. Tra le varie produzioni, la cicoria selvatica, la bietola colorata, le insalate - con un'ampia varietà tra il rosso e il verde; le regine della sua terra sono la scarola schiana e la scarola centofoglie, due varietà antiche. Chiedo: "Come è nata l'idea di riscoprire varietà antiche?"; spiega la mia interlocutrice: "Mi piaceva l'idea della territorialità e di pensare al nostro territorio e al suo forte legame con il passato. Le varietà che non si producevano più sono realmente difficili da portare avanti, ma una volta superata la difficoltà della coltura i gusti sono superlativi, più spinti, più decisi, con un filo di grinta in più". Il Centro di Ricerca Banca del Seme ad Acerra già da anni seleziona e conserva semi di colture antiche e non più praticate. Si occupano anche di coltivazione ma per questioni di spazio i semi sono anche affidati ai coltivatori custodi iscritti all'albo. "Sono varietà poco richieste dal mercato ma gustosissime e riprendono il legame antichissimo tra cultura e terra", conferma Imma Migliaccio. Una vera e propria scelta di vita, dunque, e di ritorno alla natura con l 'impegno personale nei campi e nelle serre. Aiutata dai suoi otto dipendenti, l'avvocato si occupa personalmente della semina, della raccolta e della diserba, che avviene manualmente, senza sostanze chimiche. Un'azienda di nicchia, la sua ABIM, ricca della dedizione, della forza e dell'eleganza tipiche dell'avvocatessa coltivatrice.