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Questa pagina contiene un singolo articolo inserito il 30.04.15 18:42.

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"Il desiderio di essere come tutti" di Francesco Piccolo Elena Donadio

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Mi aspetto un bel romanzo. Invece dalla Quarta di copertina capisco che è la storia del comunismo italiano. Quindi cambio leggermente aspettativa e mi dico che sarà il processo di edificazione di una coscienza politica. Sono un po' delusa ma mi piace il colore della copertina (modo molto profondo per scegliere un libro) e poi sapere che è premio strega 2014 mi intriga e mi convince definitivamente a sceglierlo. Da strega, mi sento 'garantita'.

>>> 

 

Cosa ci trovo dentro è una vera sorpresa e mi sento - ogni volta che riprendo il libro- come una bimba che fruga nel portagioie della nonna: delle note storiche sull'Italia che ho presumibilmente vissuto senza capirci niente perché nel 1973 ero appena nata. Delle altre note storiche su quello che venne poi, sempre senza capirci molto perché ero piccola. Poi afferro che qs libro mi offre in realtà  non la storia del comunismo, ma una personalissima prospettiva dell'Autore sul Comunismo italiano e sulle Sue metamorfosi, con considerazioni possibili solo con il prezioso senno di poi, come Piccolo stesso riconosce. In maniera parallela questo libro parla a me di comunismo e , allo stesso tempo, parla di me! E non si tratta di semplice identificazione di una lettrice. Questo libro racconta proprio la storia mia e di quella parte della mia generazione che si è chiesta 'ma vuoi vedere che sono diventato comunista perché il comunismo non esiste?' Parla del tentativo di riconoscersi a tutti i costi in una corrente di partito anche quando non tutte le idee collimano, e ci si sente diversi ma si desidererebbe essere come quei tutti a cui si vuole appartenere a costo dell'omologazione. A costo di mettere a tacere la tua diversità accettando con una punta di rammarico di sostenere non tanto le idee, quelle potevano essere accettabili, ma la Maniera in cui venivano portate nei gruppi locali e nella scena politica nazionale: la contrapposizione tra noi, i giusti , e gli altri, sicuramente sbagliati; la critica arrogante a tutto quello che non appartiene a 'noi',  la difesa strenua della incorruttibilità delle nostre posizioni fino all'ascetismo politico - che poteva in effetti condurre solo all inconcludenza totale. Nello scrigno ho trovato poi la Superficialità considerata nel suo aspetto salvifico: essa diviene la qualità che ti aiuta a scendere in contatto con la realtà riuscendo ad affrontarla con la protezione di una sorta di mantello magico. E così ho fatto le coccole anche  alla mia parte più superficiale che ne è uscita nobilitata e compiaciuta;  e  ancora, ho ritrovato la sensazione bella di far parte indissolubile della storia, e la responsabilità diretta o indiretta di ogni scelta che facciamo - di partecipazione o di astensione- con i suoi effetti sulla vita politica nostra e dunque del nostro paese, che è un'idea che da tanto mi appartiene. Questo libro parla di me e di una parte dei 'tutti' con ironia, con leggerezza e se volete con quel pizzico di superficialità che a volte torna utile e rende - ad esempio- approcciabile anche il ventennio di governo Berlusconi.

 

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